L’internet delle cose al servizio della tracciabilità agroalimentare. Al lavoro una piccola impresa italiana, Penelope, con il supporto di Cisco.
L’obiettivo è ambizioso: costruire e condividere una banca dati mondiale dei prodotti agroalimentari disponibile per l’industria, per tutti gli stakeholder nonché i consumatori che consenta la completa tracciabilità e rintracciabilità delle produzioni alimentari. La finalità è garantire la conoscenza esatta dell’origine degli alimenti, la loro qualità e sicurezza.
Il progetto, presentato l’11 maggio a Milano nella cornice del Museo della Scienza e della Tecnica, è basato su una piattaforma tecnologica gestita da Penelope (soggetto italiano che opera nei servizi e consulenza Ict che ha sviluppato il sistema di tracciabilità ValueGo che è il core dell’intero progetto) con la consulenza di Cisco Italia.
Safety for Food è un progetto articolato e presenta al suo interno come componete portante la piattaforma tecnologica di collaborazione che consentirà di scambiare le informazioni tra tutti soggetti coinvolti. L’obiettivo finale è consentire la discussione e il dialogo sui temi di sicurezza e salubrità alimentare. L’obiettivo di questa fase è giungere a un momento di sintesi finale che vedrà la definizione della “Carta Costituzionale dell’Agroalimentare” che si spera diventi l’eredità dell’Expo2015 lasciata al mondo. La piattaforma di condivisione delle informazioni è stata resa disponibile gratuitamente al Cnr (Consiglio Nazionale delle Ricerche) per un confronto con l’intera comunità scientifica mondiale. Il modello preso ad esempio è quello di Kyoto sul clima che si vorrebbe ripercorre anche per la sicurezza alimentare.
L’internet delle cose
Non vi è dubbio che è l’evoluzione tecnologica legata all’Ict a consentire determinati modelli di gestione e controllo anche nella filiera agroalimentare. Oggi solo l’1% degli oggetti sensibili sono connessi alla rete ma nei prossimi anni – entro il 2020 – si arriverà a quota 50 miliardi di host. Tutto questo genera una quantità di dati enorme all’interno dei quali vi sono le informazioni necessarie a sostenere strutture produttive complesse. Diversi sono gli esempi già in essere e tra questi una best practice è quella della produzione vinicola. Oggi è possibile inserire dei sensori lungo le viti che raccolgano molteplici dati sullo stato evolutivo (umidità, tasso di insolazione ecc). Dati raccolti e trasmessi attraverso una rete wifi distribuita e alimentata da pannelli solari. Tale metodologia consente di ottimizzar le produzioni costruendo una carta di identità sul prodotto vinicolo.
L’importanza del progetto
Secondo Agostino Ragosa, direttore generale Agenzia per l’Italia Digitale, è molto importante che una piattaforma di questo tipo sia stata realizzata da una piccola azienda italiana, Penelope, e che possa essere così importante per l’intero pianeta. Sarebbe un contributo anche all’economica italiana in un campo, quello del digitale, dove occorre innovare.
Il progetto Safety fo Food si avvale del patrocinio del Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali, dell’Agenzia per l’Italia Digitale (Agid), del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr), di Expo2015 e del Museo della Scienza e delle Tecnica Leonardo da Vinci di Milano.
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