Si chiama Circuit e promette di rivoluzionare l’esperienza di lavoro professionale da dispositivi iOs e, a breve, anche Android, l’ultima soluzione tecnologica messa a punto da Unify dopo aver studiato per due anni l’impatto della tecnologia sulla vita personale e lavorativa delle persone.
Al suo interno il produttore di software e servizi per le comunicazioni ha, infatti, riunito applicazioni considerate fondamentali per ridisegnare le modalità di collaborazione, mentre un’unica interfaccia include funzioni voce e video e consente di condividere schermo, chat e documenti.
Basata sugli ultimi standard WebRtc, in grado di fornire comunicazione video e voce di alta qualità da browser, pc, tablet o smartphone utilizzando l’ampiezza di banda disponibile, l’obiettivo di Circuit è fornire nuove forme di collaborazione, interna ed esterna all’azienda.
Il tutto accrescendo la produttività e migliorando l’integrazione vita-lavoro attraverso uno strumento che, come la mente umana, archivia e gestisce le informazioni attraverso l’associazione di idee e conversazioni per un’esperienza volta a imitare il funzionamento del cervello e che perciò libera gli utenti dalla frustrazione di dover cambiare continuamente app.
Progettata in collaborazione con frog, l’azienda specializzata in strategia e design di prodotto interpellata già da Steve Jobs per dar vita al mai dimenticato Apple IIc system, Circuit permette, infatti, ai team di lavoro di collaborare e gestire conversazioni tramite qualsiasi canale di comunicazione o dispositivo spingendosi ben oltre le promesse delle comunicazioni unificate.
A tal fine, l’offerta software di Unify supporta fenomeni come il Byod, gestisce il ruolo dei “Millennials” all’interno dei team di lavoro, le loro esigenze di mobilità nonché l’aumento dei cosiddetti anywhere worker.
Una condizione, quest’ultima, sempre più ben vista, se è vero che per il 47% dei lavoratori coinvolti in una survey globale da Dun and Bradstreet, il “Lavoro Agile” o “Nuovo Modo di Lavorare” significa scegliere dove lavorare, mentre per il 43% significa scegliere quando lavorare.
Proprio l’attrazione verso aziende che consentono di operare in modo “smart” attrarrebbe quasi 1 su 2 appartenenti alla già citata generazione “Millennials”, pronti a mettere in discussione i soliti stereotipi su luoghi, orari e strumenti di lavoro, chiedendo alle aziende di lavorare da casa, dal bar, dal parco o dallo spazio di coworking che preferiscono.
Da qui un bisognoso (per lo meno in Italia) monito alle realtà aziendali ancora in ritardo verso l’implementazione di forme di lavoro agile, che rischierebbero così di non essere attrattivi ma soprattutto di perdere i migliori talenti.