La banda ultralarga su rete fissa cresce del 7,6% ma il ritardo nei confronti dell’Europa è ancora del 34%. Molto meglio va sul fronte del 4G dove, secondo il Rapporto annuale dell’Osservatorio sulle Reti e i servizi di nuova generazione (Ores) dell’Istituto per la Competitività (I-Com), grazie a un aumento del 12,7% della copertura 4G, la copertura è arrivata al 90% delle famiglie italiane.
Nel frattempo fervono i lavori in attesa anche della gara che vedrà impegnate Enel, Telecom, Retelit-Eolo-Eds ed Estra per la realizzazione delle rete a banda ultralarga nelle aree bianche di Abruzzo, Molise, Emilia Romagna, Lombardia, Toscana e Veneto, mentre Telecom Italia, tramite l’amministratore delegato del gruppo Flavio Cattaneo ha definito al rialzo gli obiettivi nell’ultra-broadband che dal 56% di copertura per quest’anno passano al 60% e dal 75% a circa l’80% per il prossimo anno. “Il roll out accelerato sull’ultra-broadband ci permetterà di centrare i target fissati ben prima del piano attuale”, ha spiegato agli analisti.
La corsa di Telecom
“Se comprendiamo le cosiddette aree bianche – ha proseguito Cattaneo-, questo significa che copriremo l’intero paese a 200 megabit al secondo o più in anticipo” sui tempi indicati. L’ad di Telecom ha spiegato che il gruppo crede “fermamente in un approccio di banda ultralarga multi-tecnologico”. Per questo “Stiamo aumentando la copertura del Ftth (Fiber to the home) da 30 a 50 città raggiungendo quota un milione di siti raggiunti”. Quanto alla tecnologia Lte “l’upgrade è dal 95% a oltre il 96% per quest’anno e dal 96% al 98% per il prossimo”. Il gruppo telefonico ha rivisto al rialzo anche i target dei clienti Ngn del 10% al 2018 da 5 milioni a 5 milioni e mezzo. “Stiamo investendo in Italia come nessun altro – sottolinea l’ad- da gennaio abbiamo speso 2,4 miliardi, in gran parte per sviluppare le nuove tecnologie ultra-broadband”. Ai dati presentati da Cattaneo si sono aggiunti quelli di Giuseppe Recchi, presidente del gruppo Telecom, che in ccasione di “Italia digitale” l’evento organizzato dal Corriere della sera a Milano ha spiegato che “oggi avanziamo di settemila km al giorno di fibra posata sul territorio. L’anno scorso abbiamo coperto un territorio grande come l’Austria, avanziamo di una Torino al mese”.
Non è facile vendere la banda larga e ultralarga
Il problema però poi è venderla. Come emerso in un incontro organizzato da Anfov, l’Associazione per la convergenza nei servizi di comunicazione, quando si la copertura era del 44% solo il 4% delle famiglie possedeva la banda ultralarga. Un problema che non è solo italiano (in Gran Bretagna il 33% delle famiglie possiede la banda ultralarga, ma la copertura è del 91%, in Francia il rapporto è 20%-45%) ma che comporta investimenti sovradimensionati rispetto alla richiesta attuale. E secondo i dati della Commissione europea meno di un italiano ogni quattro, il 24,1% della popolazione, ha sottoscritto un abbonamento alla banda larga fissa, contro una media europea del 31,6%. Una parziale spiegazione al disinteresse degli italiani l’ha trovata uno studio dell’AgCom secondo il quale nella fascia di età fra i 64 e i 75 anni due persone su tre non hanno un accesso stabile alla Rete. Quelli che sono definiti come matures contribuiscono ad attenuare la richiesta di banda larga e larghissima. Di una connessione veloce non sanno che farsene.