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Big Data: le tre priorità dei CIO

Nella lista di priorità dei Cio, per il 2017 in corso, ci sono big data, analytics e governance. Lo dicono i risultati di un sondaggio condotto da Talend coinvolgendo 169 responsabili It secondo cui, analisi in tempo reale, gestione dei metadati e accesso self-service ai dati costituiscono quasi il 70 per cento dei progetti che i Cio intendono realizzare entro i prossimi nove mesi.

Quasi l’80 per cento del campione intervistato ha, infatti, indicato di aver pianificato almeno un’iniziativa big data nel 2017, una cifra quasi doppia rispetto al numero dei progetti simili portati a termine nel 2016.

Tre priorità strategiche per i Cio

Vista così, l’esigenza di strutturare i propri dati pare avere la precedenza su intelligenza artificiale e machine learning, che vengono comunque considerate gli ambiti in cui investire nel prossimo futuro.

Stando ai numeri, le analisi in tempo reale sono una priorità assoluta per il 26 per cento del campione interpellato da Talend, cui segue la gestione dei metadati (20%), mentre la preparazione self-service dei dati è stata indicata come priorità dal 18 per cento dei Cio che, prendono già in considerazione intelligenza artificiale/machine learning e Internet of Things ma con un livello più basso di importanza, pari rispettivamente al 10 e al 5 per cento.
Questo perché, nella quotidianità, ai responsabili dei sistemi informativi è continuamente richiesto di affrontare le sfide in termini di budget e di tempo per garantire le operazioni di business focalizzandosi sul core business per perseguire il più ampio obiettivo di trasformazione digitale delle proprie realtà.

Il lavoro dei responsabili It si divide, spesso, tra l’introdurre nuove tecnologie per migliorare il business e il garantire l’operatività in modo sicuro ed economico.
Il che spiegherebbe come mail, per il 27 per cento dei rispondenti, l’impatto più significativo dei big data sia proprio rappresentato dal miglioramento dei processi interni, mentre per il 20 per cento è il customer service ad aver beneficiato dei big data.

Per la digital transformation serve creare cultura aziendale

Il suggerimento del fornitore di soluzioni software di integrazione cloud e big data diventa, dunque, comprendere l’importanza del giusto mix di risorse umane, tecnologie e processi necessari per incrementare il valore strategico delle informazioni perché, da sola, la tecnologia, non rende l’azienda più orientata ai dati.

Il compito dei responsabili della trasformazione digitale diventa, dunque, creare una cultura aziendale capace di intendere i dati come una risorsa strategica che deve essere considerata in ogni fase del processo decisionale. Un approccio, quest’ultimo, utile a garantire l’agilità e la flessibilità di business necessarie per rimanere competitivi sul mercato odierno.
Non è un caso che il rapporto tra It e Business rappresenti il più grande ostacolo alla realizzazione di un’azienda orientata ai dati.
A indicarla quale sfida principale nel percorso per diventare data-driven, infatti, il 35% degli intervistati: addirittura per ben il 23 per cento di loro ha rappresentato l’ostacolo principale da dover affrontare prima ancora dei problemi di budget o della mancanza di competenze adeguate, considerate una sfida “solo” dal 16 per cento del campione.

 

 

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