La Commissione europea potrebbe creare una task force per regolamentare le monete virtuali come i Bitcoin per scongiurarne l’uso nel riciclaggio di denaro e come finanziamento del terrorismo.
È la proposta del Parlamento approvata giovedì 26 maggio, in una risoluzione non
vincolante, con 542 voti favorevoli, 51 contrari e 11 astensioni. Sarà ora inviata alla Commissione Europea, che dovrà esaminarla. Fin dall’inizio, va detto, la risoluzione propone svariati rischi d’inefficienza o anche di saldo negativo della misura.
Maglie larghe e controllo politico
La task force dovrebbe formulare raccomandazioni per qualsiasi legislazione necessaria alla regolamentazione del settore. Poiché le valute digitali, ed in particolare la blockchain, disintermediano il mercato delle transazioni, sostanzialmente qualsiasi forma di compravendita potrebbe richiedere una nuova regolamentazione. Inoltre la task force, di tipo tecnico, avrebbe la supervisione politica della Commissione, in un gioco d’interessi molto complesso da dirimere.
Infine i deputati mettono in guardia contro un approccio troppo rigido nei confronti di questa nuova tecnologia, poiché può offrire importanti opportunità per i consumatori e per lo sviluppo economico. Insomma, regolamentiamo, ma a maglie larghissime, che non si sa bene a cosa serva.
Intendiamoci, gli argomenti a favore non mancano, almeno per la task force, che potrebbe informare Parlamento e Commissione.
“Per evitare di frenare l’innovazione, privilegiamo un monitoraggio precauzionale a una regolamentazione preventiva”, ha sottolineato Jakob von Weizsäcker (S&D, DE), relatore della risoluzione; “le innovazioni tecnologiche possono diffondersi molto rapidamente e diventare sistemiche”, per cui il monitoraggio permetterà di capire quando avanzare “proposte tempestive per una regolamentazione specifica“.
Il problema è il riciclaggio
I regolatori si occupano di questo argomento perché temono che il sistema attuale aiuti il riciclaggio di denaro e il finanziamento delle organizzazioni terroristiche. Al momento le monete digitali, tra le quali quelle che usano la crittografia (cryptocurrencies), garantiscono l’anonimato di chi acquista o vende, situazione ideale per flussi illeciti. All’atto della conversione con valute reali, però, la situazione s’ingarbuglia.
La direttiva europea in vigore sul riciclaggio di denaro è prossima ad un aggiornamento, per cui la task force si unirebbe alle diverse proposte per rendere conformi le piattaforme di cambio delle valute virtuali. Una delle misure richiederebbe alle piattaforme di rispettare la due diligence quando i clienti effettuano lo scambio tra le valute virtuali e quelle reali, l’anonimato che caratterizza tali scambi avrebbe fine.
in realtà non hanno paura delle associazioni terroristiche (dato che loro ne fanno parte) hanno paura di perdere il loro potere di dominio sulle popolazioni .. stanno cercando di mettere le mani su qualcosa che non possono controllare e quindi cercano di metterci su le loro regole per limitare la nostra liberta’. Internet e’ un posto libero e le cryptovalute sono lo strumento per liberarci dalla schiavitu’ del denaro e dal controllo dell’oligarchia plutocratica che ha preso possesso dei popoli con l’aiuto dei governi corrotti, grazie al potere di creare denaro dal nulla… e sanno bene che se perdono questo potere, che diviene inutile se il denaro dal nulla se lo possono creare le singole persone…. la gente vedra’ la loro vera faccia di persone insignificanti e meschine quali in realta’ sono.. Quindi non facciamoci intimorire per l’ennesima volta da questi burocrati…
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