Il ruolo di Avanade per Expo 2015 si è concretizzato soprattutto nella realizzazione, in collaborazione con Accenture e Microsoft, del progetto Supermercato del Futuro, Future Food District, sviluppato per Coop.
Un supermercato completamente funzionante, con un assortimento di 1500 prodotti, dei quali l’utente aveva la possibilità di conoscere caratteristiche, storia, allergeni e valori nutrizionali, prezzi e ingredienti, descrizioni di dettaglio e impatto ambientale.
Il tutto utilizzando tavoli interattivi, touch screen, etichette aumentate e sensori Microsoft Kinect, oltre 200 installati in tutta la superficie del supermercato.
Windows 8.1, Modern App, Kiosk Mode, sono alla base dell’infrastruttura software, la componente hardware è rappresentata dai NUC Intel (Next Unit of Computing), pensati proprio per operare in piccoli spazi, mentre Sitecore è stata la tecnologia scelta per il CMS.
Il tutto gestito attraverso il Cloud Microsoft Azure, la suite Microsoft System Center e SQL Server Integration Services.
Ma qual è il bilancio che, a sei mesi di distanza dall’inaugurazione, la società può trarre da questa esperienza?
Ne abbiamo parlato con Ugo Castellani, Mobility Senior Director di Avanade Italy: “Possiamo considerare questo progetto, nato e cresciuto tutto all’interno della struttura italiana di Avanade, un successo. Dal punto di vista realizzativo, è stato in piedi e funzionante per tutta la durata di Expo 2015, senza particolari sforzi o difficoltà di gestione, nonostante una fase di startup in corsa, a pochi giorni dall’inaugurazione della manifestazione. Soprattutto è stato ben percepito dal pubblico, che ha apprezzato anche il set up del punto vendita ed è rimasto sorpreso di come una tecnologia di gioco si possa utilizzare in un contesto differente e incuriosito da questi utilizzi differenti della tecnologia, al di là del mero effetto Wow”.
Gli aspetti più specificamente tecnologici, prosegue Castellani, hanno poi letteralmente “scatenato la fantasia” dei clienti di Avanade, sia quelli del comparto retail, sia i clienti di altri settori merceologici.
“Abbiamo ricevuto moltissime visite, formali e ufficiali, che si sono tradotte in un altissimo ritorno di immagine per noi e per Coop. Ora la sfida è capire come portare quell’esperienza nella quotidianità”.
Qui sta il punto chiave.
Perché, come Castellani riconosce, tutto si è svolto in uno spazio ideale, evidentemente diverso dal reale: ora da questa esperienza bisogna prendere spunto per sviluppare nuove idee, sia insieme a Coop, sia all’interno del portafoglio Avanade.
“Il Future Food Discrit è stato un’importante palestra. Abbiamo sviluppato una gesture ad hoc per il Kinect, che fa da puntatore quando il cliente del supermercato indica con il dito un prodotto. Abbiamo lavorato sulle informazioni di utilizzo, misurando quanto l’interesse per un prodotto si traduca poi in una vendita reale in cassa. Per non tacere della realtà aumentata, un concept che può e deve essere migliorato per dare ai clienti informazioni aggiuntive e creare interazioni tipiche del web”.
Avanade, che al servizio del progetto Expo, seguito interamente dall’Italia, ha dirottato nove risorse per nove mesi, ritiene che dalla manifestazione milanese siano nate nuove idee per le attività di branding, per lo sviluppo dei digital workplace, per la ricerca di nuovi modi di interazione con le vetrine dei negozi.
“Sono nate nuove idee per lo sviluppo di temporary shop, anche se le discussioni più interessanti oggi sono quelle che guardano alla modalità di portare le stesse tecnologie ed esperienze sperimentate a Expo nel supermercato sotto casa”.
Quanto agli investimenti, Castellani parla di qualche centinaio di migliaia di euro lato Avanade, sottolineando però che la filiera che ha seguito il Future Food District è molto più lunga.