Prosegue il percorso di ridefinizione dei confini di Hewlett Packard Enterprise, a otto mesi dalla separazione da Hp Inc.
La società ha reso noto in queste ore di aver deciso per un ulteriore spin off: quello delle attività nell’ambito dei servizi per il mondo enterprise.
L’obiettivo dichiarato è quello di tornare a focalizzarsi sui business a maggiore crescita, in particolare cloud e mobility, riducendo invece il proprio commitment su un’area in questo momento piuttosto problematica.
In effetti, se nell’ultimo trimestre il fatturato legato alle soluzioni per il mondo enterprise è cresciuto del 7 per cento, superando i 7 miliardi di dollari, l’area dei servizi, oggetto dell’operazione, ha registrato un calo del 2% a 4,7 miliardi di dollari, calo che va a sommarsi a un precedente -6 per cento del primo quarter del nuovo esercizio fiscale.
Ma che ne sarà delle attività nei servizi?
Non si tratta di una chiusura: come precisato stiamo parlando di uno spin off, che prelude a un successivo merge.
La controparte di questa operazione è Computer Sciences.
Di vera e propria fusione si tratta, dal momento che verrà costituita una nuova entità societaria, il 50 per cento della quale sarà detenuto dagli azionisti di HPE.
La nuova entity sarà guidata dal Ceo di CSC Mike Lawrie, ma Meg Whitman sarà parte del board, a sua volta composto in misura paritetica da figure provenienti da HPE e da CSC.
Piuttosto complessi gli aspetti fiscali e finanziari, che devono tenere in considerazione anche i piani di ristrutturazione già anticipati da HPE. In ogni caso, la chiusura dell’accordo non potrà avvenire prima del mese di marzo del 2017.
Un player globale nei servizi IT
Più interessanti, soprattutto per noi che guardiamo al mercato Ict e ai suoi contorni, sono le implicazioni che derivano da questa intesa: l’idea è quella di dar vita a una vera e propria superpotenza nell’ambito dei servizi IT.
Un pure player globale che, come si legge nelle dichiarazioni di Mike Lawrie, avrà dimensioni, economie di scala, competenze tecnologiche tali da poter giocare un ruolo chiave in un mercato in rapido cambiamento e soprattutto nell’accompagnare i clienti di entrambe le società nei loro percorsi di transizione.
Qualche dettaglio dimensionale già c’è: si parla di un fatturato annuo nell’ordine dei 26 miliardi di dollari, di 5000 clienti in 70 Paesi e di una presenza in tutte le global region mondiali.