Abbiamo parlato pochi giorni fa dei progetti di sviluppo di Google in area realtà virtuale.
In realtà, rispetto a quanto ipotizzato nel nostro precedente articolo, qualcosa di più sta trapelando in queste ore.
In particolare, secondo quanto riportato da Wall Street Journal e ripreso dalle principali agenzie statunitensi e internazionali, Google sarebbe intenzionata a fare un passo in più.
Le attività di sviluppo non riguarderebbero infatti un visore tradizionale, ma un dispositivo stand alone, che non ha dunque bisogno di essere associato a uno smartphone o a una console di gioco.
L’atout in mano a Google
Se le cose stessero realmente in questi termini – Wall Street Journal cita fonti anonime – Google avrebbe in mano un atout.
Tutti i competitor che stanno in questo momento lavorando a progetti analoghi infatti, da Facebook con Oculus a Sony, a Samsung, non hanno nei loro piani a breve termine un dispositivo stand alone.
Invece, il nuovo visore di Google potrebbe avere un proprio schermo, fotocamere rivolte verso l’esterno e un processore sviluppato da Movidius, una start up californiana, con sede a San Mateo, che guarda caso, sviluppa sistemi di “machine vision” e conferma di essere in relazione d’affari proprio con Google.
Google non conferma, ma neppure smentisce e questo dà il polso di quanto seriamente la società stia prendendo proprio tutti gli sviluppi nell’ambito della realtà virtuale. Ha creato una divisione dedicata, affidandone la guida a Clay Bayor, lo stesso Bayor cui era affidato lo sviluppo delle App e oggi svincolato da qualsiasi altro impegno per concentrarsi proprio sulla realtà virtuale.
Lavorare su due fronti
In realtà, Google potrebbe lavorare simultaneamente su due fronti.
Da un lato l’evoluzione del progetto Cardboard, di cui abbiamo per l’appunto parlato nel precedente articolo. Cardboard non viene prodotto direttamente da Google, ma viene concesso in licenza e consente la realizzazione di dispositivi con un costo vicino ai 25 dollari. L’evoluzione potrebbe vedere l’utilizzo di un materiale diverso dal cartoncino, ma dovrebbe in ogni caso restare nell’ambito dei dispositivi low cost.
Il secondo fronte, invece, dovrebbe essere per l’appunto quello del visore stand alone.
In questo caso, l’approccio non sarebbe dissimile da quello già riscontrato nello sviluppo dei Google Glass: un dispositivo completo, in grado sì di connettersi a un dispositivo mobile, ma assolutamente funzionale anche da solo, in wifi, senza tethering.
Una scelta che consentirebbe per altro di superare i limiti funzionali di Cardboard, che dovendosi adattare all’utilizzo con diversi tipi di dispositivi, grandezze di schermo e risoluzioni differenti, giocoforza risulta limitato nelle prestazioni, oltre a essere del tutto inadatto a lunghe sessioni di utilizzo.
Qui siamo nell’ambito dei dispositivi ottimizzati, con il risultato – positivo – di una riduzione delle latenze e migliori esperienze immersive.
Nel nuovo progetto potrebbero rientrare gli sviluppi in corso ad esempio in Project Tango, che come focus nuove fotocamere “depth sensing”, di profondità, in grado ad esempio di mappare ambienti in 3D.
Ma queste sono davvero solo speculazioni.
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