Un anno fa, in questa stessa cornice, la novità non era tanto la decisione presa da Hewlett Packard di dividersi in due: l’annuncio lo aveva fatto Meg Whitman qualche mese prima e c’era già stato il tempo di capire e interiorizzare l’idea che un grande cambiamento era alle porte.
Un anno fa, in questa stessa cornice, Stefano Venturi, allora amministratore delegato di Hewlett Pakcard Italia e Paolo Delgrosso avevano presentato il nuovo logo che dalla fine del mese di ottobre avrebbe caratterizzato la nascente Hewlett Packard Enterprise.
Un rettangolo verde, che oggi, in questa prima giornata dell’Italian Partner Conference della società diventa protagonista non solo degli allestimenti espositivi, ma anche di tutta la comunicazione.
Oltre 500 presenze – erano 350 lo scorso anno – in un evento che, se pur ricorrente, di fatto rappresenta una “prima volta” sotto la nuova insegna.
“Una vecchia startup”, la definisce Paolo Delgrosso, alla guida del canale italiano, che presenta le quattro aree di trasformazione, già delineate dalla Ceo Meg Whitman che rappresentano le linee guida lungo le quali si muove la società: trasformazione in verso una infrastruttura ibrida, protezione dell’azienda digitale, abilitazione della produttività sul posto di lavoro, abilitazione di una organizzazione data-driven.
Ed è da qui che inizia la sua analisi anche Stefano Venturi, ricordando Cloud, Mobility, Big Data, Security, sono le aree sulle quali l’azienda ha investito e sta continuando a investire in modo importante.
I superpoteri a chi sa governare i dati
Sottolinea i benefici derivanti dalla separazione, per due aziende oggi molto più focalizzate sui propri rispettivi business e arriva al dunque: la rivoluzione tecnologica è in atto. “Il cloud ha portato potenza elaborativa illimitata nelle mani di tutti i cittadini”, esordisce, evidenziando come il mobile sia un dato di fatto, per approdare poi all’IOT, da lui definito “le terminazioni nervose di tutto ciò che avviene sul pianeta, una quantità incredibile di dati a disposizione di chi li vuole leggere”, e finanche ai robot: “L’automazione esce dalla fabbrica, i robot vengono vicino a noi. Entrano nelle nostre case, lavorano in ambienti ostili. Sono tutte cose che non possiamo trascurare, né come azienda, né come cittadini”.
Un momento di accelerazione straordinaria, nel quale chi saprà governare i dati “avrà in mano i superpoteri”, enfatizza, ricordando che le aziende che non si preparano a questo cambiamento sono destinate a uscire di scena nell’arco dei prossimi tre anni.
Non è una minaccia ma una esortazione a essere pronti a un cambiamento che non toglierà lavoro, ma creerà nuove e diverse opportunità. A patto di considerare necessario l’apprendimento, in un’ottica di “lifelong journey”.
In questo scenario, come si pone dunque HPE?
Il ruolo dell’azienda, lo ricorda chiaramente Venturi dal palco, è quello di rendere disponibili piattaforme e soluzioni che i partner possano utilizzare dar vita soluzioni nuove ai bisogni di oggi e a quelli di domani.
Ed è qui che si ritrova il senso della separazione in due aziende diverse: HPE è nata perché nelle sue piattaforme ognuno possa trovare la propria personalizzazione.
“Il logo diventa una cornice dentro la quale ognuno di voi disegna la sua opera d’arte, fatta di innovazione, di idee, ma soprattutto di valore. Una cornice da riempire con il vostro valore”, ricorda alla platea dei partner.
E il valore delle partnership si allarga con le Alleanze, presenti a Rimini sia nell’area espositiva, dove oltre ai distributori si ritrovano realtà come Sap, Veeam, Polycom, tanto per citarne alcune, sia sul palco, dove vengono chiamati a intervenire Carmine Stragapede, alla guida di Intel Italia, e Tiziana Olivieri, Enterprise&Partner Group Director di Microsoft Italia.
Stragapede, ricordando che “la trasformazione non si fa da soli”, sottolinea come in un Paese come il nostro, il secondo manifatturiero in Europa, “è necessario trasferire il senso di urgenza” verso un cambiamento che tocca tutti i settori rappresentativi della nostra economia, dal food al fashion, dall’arredo alle macchine di lusso.
Olivieri, dal canto suo conferma gli assi della collaborazione tra le due aziende: cloud prouctivity e mobility, cloud platform, data platform.