Potenza di calcolo scalabile, rete in fibra e controllo dei dati. Li indica Matteo Biancani, di Interoute Italia.
Affrontare l’adozione diffusa dell’Internet of Things è una sfida difficile ma non insormontabile.
Affinché l’IoT sia un successo dal punto di vista delle infrastrutture, secondo Matteo Biancani, Enterprise Sales Director di Interoute Italia, sono necessari tre elementi chiave: potenza di calcolo scalabile all’infinito, rete in fibra per supportare la rapida crescita del traffico dati e capacità di controllare dove sono memorizzati i dati.
La potenza di calcolo scalabile è realizzabile solo nel cloud, ma è necessario adattarla ai diversi ambiti applicativi. Se si vuole raggiungere il vero potenziale dell’Internet of Things, gli sviluppatori hanno bisogno di potenza di calcolo per supportare la creazione di app, di mezzi informatici più performanti per la grande mole d’informazioni da gestire e, dando uno sguardo al futuro, di potenza ad alte prestazioni, o addirittura di un computer quantistico per supportare le enormi quantità di dati da processare.
Un cloud realmente flessibile fornisce il giusto livello di scalabilità per soddisfare questa crescita inarrestabile e imprevedibile.
Biancani sottolinea il potenziale di applicazioni dirompenti come Uber e Aereo. La loro rapida diffusione e, nel caso di Aereo, il consumo di banda non vincolato, hanno avuto un impatto enorme sulla rete.
Senza una potenza di calcolo scalabile all’infinito la prossima “killer app” fallirà ancora prima di essere messa in circolazione.
La sfida successiva è rappresentata dalla rete stessa.
Si possono avere a disposizione tutti i computer quantistici del mondo, ma il valore reale risiede nella connessione, rapida e sicura, con e tra gli utenti.
È quindi necessaria una potenza di calcolo integrata in una rete ultra veloce che garantisca migliori prestazioni.
Nessuno sa quando, e con che rapidità, un’app può raggiungere il successo, ad esempio potrebbe essere necessario aumentare di 10 volte improvvisamente, durante la notte, la larghezza di banda.
Con il networked cloud, la larghezza di banda è già disponibile per essere utilizzata.
Lo sviluppo di un’applicazione raramente è un lavoro che riguarda una sola persona, coinvolge, invece, molte persone e aziende.
I singoli individui in diversi uffici o, addirittura, in paesi differenti per accedere al contenuto di cui hanno bisogno devono tener conto del luogo in cui dati sono archiviati, assicurandosi anche che tutti i dati siano conformi alle normative locali.
Che ci piaccia o no, e nonostante i dibattiti in corso, sarà improbabile assistere ad un cambiamento radicale nella politica dell’UE in materia di archiviazione dei dati.
Le lamentele arrivate dal CERN riguardo l’assenza di policy chiare in materia di protezione dei dati che impedisce loro di adottare la tecnologia cloud, sono state finora ignorate. L’attenzione riposta sulle sfide della legislazione europea sui dati e sull’adozione collettiva di nuove tecnologie continuerà a crescere.
Sembra complicato?
In realtà, per Biancani la soluzione è abbastanza semplice e consiste nel memorizzare i dati nei paesi in cui ci si accede.
I requisiti per la compliance variano da paese a paese ed è essenziale che tutte le aziende multinazionali siano conformi alle normative locali.
In fin dei conti, il cloud è costituito da un insieme di data center garantendo quella flessibilità di scegliere la sede dove conservare i propri dati; in questo modo si potrà essere compliant ovunque ci si trovi.
Il cloud è nelle mani degli sviluppatori; con una potenza di calcolo infinitamente scalabile, gli sviluppatori possono ridurre il time-to-market, dare una spinta alla collaboration e soddisfare la rapida crescita di nuove app e servizi. Una rete ad alta velocità con una potenza di calcolo distribuita diventa essenziale per sviluppare con successo le applicazioni dell’Internet of Things.
Il trucco consiste nel saper scegliere il giusto cloud provider. La rete è il cloud e tramite la stessa, gli sviluppatori possono far diventare reali tutte le visioni legate all’IoT.
Avendo a disposizione una rete potente, un domani potremmo sentire la necessità di disporre non solo di cloud ibridi, ma anche di cloud che consentono di automatizzare lo sviluppo di applicazioni per le aziende del futuro.