Giunto alla sua 17sima edizione, il Solution Summit di Intel Emea raccoglie quest’anno 500 partner appartenenti a oltre 300 aziende e abbraccia tutto l’ecosistema nelle sue più diverse accezioni: dai rivenditori ai distributori, dagli Oem (Original Equipment Manufacturer) agli Odm (Original Design Manufacturer), Loem (Local Oem) inclusi.
Un insieme variegato e una mission chiara: toccare con mano come Intel sia ben lontana da quell’immagine di azienda pc centrica che per anni ha avuto e quale sia invece il ruolo che l’azienda vuole avere nel computing inteso nella sua accezione più ampia possibile.
È Christian Morales, Vice President. General Manager, Europe, Middle East, Africa, che apre i lavori e, dopo aver commentato i risultati dello scorso anno in termini di unità vendute e di crescite, arriva al punto, ricordando il cinquantesimo anniversario della legge di Moore: “La nostra missione oggi è utilizzare la potenza della Legge di Moore per portare dispositivi connessi e intelligenti in tutto il mondo”.
Cinque sono i punti fondanti della strategia di Intel con i suoi partner: “Crescere nei pc, rafforzare la mobility, perseguire nella strada già intrapresa di trasformazione del datacenter, seguire i nuovi grandi trend che il mercato indica, lavorare sulla cultura e sul brand”.
Sui pc il grande focus è rappresentato dal form factor. I 2-in-1 rappresentano per i partner un’opportunità interessante: registrano crescite a doppia cifra e sono un’opzione per tutti coloro che vogliono qualcosa di più di un tablet, così come, sul fronte desktop, gli All-in-One guidano la crescita.
Qui, oltre alle nuove piattaforme già disponibili o in arrivo come Skylake, la differenza la fa l’attenzione alla user experience: “Niente cavi, niente password, interfacce naturali”, è il mantra che lancia Morales e che verrà ripetuto più volte nei corso dei lavori.
Anche in ambito mobile il form factor è importante: “Telefoni, phablet, tablet: vogliamo indirizzare tutte le esigenze – ripete Morales – e abbiamo deciso di farlo con un’unica piattaforma, Atom X3, che si adatti a tutti e tre”.
Nel datacenter è chiaro che ciò che guida la trasformazione sono i grandi temi legati a cloud, big data, Hpc, architetture software defined: “Le previsioni parlano di tassi di crescita medi del 15 per cento l’anno fino al 2018”, ricorda Morales.
E poi ci sono i cosiddetti “new business”. “Big business” li chiama Morales.
L’Internet of Things ha un ruolo centrale in questa visione.
“IoT significa 50 miliardi di oggetti connessi. IoT significa wearable, ovvero unìintersezione tra moda e tecnologia. Parliamo di un mercato che arriverà a valere 19mila miliardi di dollari”.
Anche la security fa parte dei “big business”, perché in un mondo in cui l’82 per cento delle App traccia gli utenti e l’80 per cento raccoglie informazioni, “la digital life deve essere mantenuta al sicuro”. E in questo caso il ruolo di Intel Security, con tutta l’expertise di McAfee, è fuor di discussione.
L’ultimo punto, legato alla cultura, va di pari passo con il fortissimo impegno che Intel ha deciso di dare nel settore dell’education, sia in termini attività legate alla responsabilità sociale, sia in termini di mercato indirizzabile.
Se Morales disegna le linee guida, è Maurits Tichelman, Vice President di Intel che annuncia le novità per i partner della società.
“Il canale guida la trasformazione”, esordisce, tornando a sottolineare la forte attenzione su form factor e design.
“Lo scorso anno abbiamo registrato 8.500 nuovi clienti”, spiega e tra questi ci sono nomi come Fossil, Royal Cribbean, Tectoy, Tesco, “segno che c’è una forte ricerca di design nuovi. Ed è interessante notare come stia crescendo il numero di Oem locali che hanno scelto di lavorare allo sviluppo di nuovi tablet o di 2-in-1. È un segnale importante”.
Ma c’è di più.
“La crescita è sui vertical”, dichiara senza mezzi termini. “Vertical come education, sanità e ricerca, government, servizi finanziari e per le imprese, energia e trasporti”. Ed è qui che si devono muovere i partner.
Fare attenzione ai vertical significa saper capire le esigenze, sviluppare soluzioni adeguate, metterle in campo.
“È per questo – interviene Richard Peel, channel marketing director – che abbiamo deciso di portare nell’ambito del programma Intel Technology Provider non solo nuovi livelli di rewarding, ma il concetto di specializzazione. Così, oltre ai classici tre livelli si aggiungono oggi i benefit in base alle specializzazioni”.
Al momento Intel ne ha identificate tre: Education, Retail e Internet of Thing applicato al retail. A queste in futuro, e una volta consolidata la prima fase del programma, se ne aggiungeranno sicuramente altre.
I partner che vogliono accedere al ruolo di Specialist dovranno seguire training specifici e, una volta conseguita la specializzazione, avranno accesso a risorse dedicate da parte di Intel.
“Si parla di risorse dedicate, sia in termini di esperti Intel in grado di aiutarli nell’indirizzare i bisogni dei loro clienti, sia documentazione, ricerche, strumenti di marketing riservati a loro”, spiega ancora Peel.
“Un’opportunità di crescita”, la definisce Tichelman, che non nasconde che anche per Intel l’introduzione delle specializzazioni rappresenti da un lato la possibilità di acquisire nuovi e diversi partner, dall’altro l’opportunità di dimostrare quanto in là la società è capace di spingersi, oltre quell’idea pc-centrica che ormai appartiene davvero al passato.