Con riferimento specifico alla Manifattura 4.0, Epson ha indagato le prospettive occupazionali e le incertezze associate al crescente impiego di robot industriali negli stabilimenti di produzione su vasta scala.
Dallo studio condotto da FTI Consulting, che ha coinvolto con interviste qualitative 17 esperti di settore provenienti da tutto il mondo, e raccolto quantitativamente il parere di 7.016 dipendenti full-time impiegati in vari ambiti a livello europeo, emerge un quadro in cui a preoccupare i lavoratori dell’industria 4.0 non è tanto la tecnologia, quanto i problemi legati alla sicurezza informatica.
Il 67 per cento dei dipendenti europei impiegati nel settore manifatturiero ritiene, infatti, che la cyber security sarà la principale problematica da affrontare, percentuale che tocca addirittura il 76 per cento tra i responsabili indagati.
Poche, invece, le incertezze legate ai 52 milioni di posti di lavoro diretti e indiretti generati, secondo uno studio indipendente firmato da Forbes, dalla produzione industriale in Europa: in questo scenario, la ricerca evidenzia prospettive occupazionali positive nonostante l’incertezza a livello europeo associata al crescente impiego di robot negli stabilimenti di produzione su vasta scala.
Le persone restano al centro della produzione
Con la crescente diffusione delle cosiddette smart factory e di tecnologie come i robot e le stampanti 3D, che stanno ridefinendo gli aspetti produttivi, il parere largamente condiviso dal 62 per cento del campione europeo è che i lavori in ambito produttivo si evolveranno con la tecnologia, senza che questa prenda il loro posto. Una percentuale di poco inferiore di rispondenti si dice, inoltre, convinta che i robot non saranno in grado di sostituire l’uomo in termini di flessibilità, creatività e capacità di reagire ma che, a livello europeo, favoriranno l’adozione di un modello aziendale maggiormente incentrato sulle risorse umane.
In questo scenario, la produzione assumerà nuove forme basandosi su approcci e principi innovativi, e gli stabilimenti consentiranno una produzione on demand più rapida e conveniente.
Infine, secondo il 40 per cento del campione, la supply chain sarà più breve e, per il 57 per cento, porterà a siti produttivi più localizzati, offrendo una produzione personalizzata che prenderà il posto della produzione di massa, con significativi vantaggi in termini di business, ambiente e società.
Lavoratori italiani, i più favorevoli alla tecnologia
Espressione del valore più alto tra i tutti i settori oggetto dello studio europeo, l’86 per cento dei 1.526 rispondenti italiani nel settore manifatturiero ritiene che la tecnologia migliorerebbe l’efficienza aziendale e che la propria mansione diventerebbe più efficiente, produttiva, precisa, analitica e creativa.
Lontano dal ritenere le innovazioni una minaccia è anche l’80 per cento dei dirigenti italiani che, in uno scenario caratterizzato dal rapido cambiamento nel settore manifatturiero, si dicono convinti che la tecnologia favorirà le economie locali e aumenterà le prospettive di lavoro, spingendo l’Europa a concentrare la propria primaria attenzione non solo sulle problematiche legate alla sicurezza del posto di lavoro, ma anche sulle minacce informatiche.
I cambiamenti che attendono il settore manifattura
Volgendo lo sguardo al manifatturiero, da cui provengono 1.500 dei dipendenti full-time intervistati per conoscere le loro opinioni su come la tecnologia potrebbe dare forma al futuro del proprio settore, emerge un quadro chiaro in cui, a fronte della possibilità di veder scomparire la propria mansione, il 72 per cento degli intervistati si dichiara disposto ad acquisire nuove conoscenze, rispetto a una media europea ferma al 68 per cento.
Ampiamente considerate come il motore dell’innovazione, le nuove tecnologie catapulteranno, senza ombra di dubbio, il settore manifatturiero nel futuro facendo allo stesso tempo intravvedere profondi cambiamenti di ruolo, in particolare per quanto concerne la codifica e la sicurezza informatica.
In questo scenario, oltre alle preoccupazioni legate alla cyber security, il 60 per cento degli intervistati provenienti dal settore manifatturiero ritiene che le aziende potrebbero non riuscire a stare al passo con i requisiti normativi, ad esempio in caso di integrazione dei robot nell’infrastruttura di produzione, lasciando intuire che formazione e disponibilità ad accogliere il cambiamento sono le davvero le uniche chiavi del successo.