Decisa a rispondere alla crescente richiesta di infrastrutture digitali in outsourcing, come già preannunciato lo scorso ottobre, OVH è in procinto di aprire a Londra il primo dei tre datacenter preventivati su suolo inglese.
Una scelta, quest’ultima, favorita sia dalla presenza diretta dello specialista in hosting Internet, cloud e servizi dedicati nel Regno Unito, fin dal 2007, sia dal ruolo ormai conclamato di Londra quale hub di riferimento per le aziende tecnologiche europee.
40mila server di capacità
Con una sede situata a pochi chilometri di distanza dall’attuale filiale anglosassone, il primo datacenter OVH nel Regno Unito avrà una capacità di 40mila server, coprirà un’area di 4mila metri quadrati senza spazio di colocation e sarà operativo entro fine maggio, inizialmente con l’offerta “Discover OVH” e, successivamente, con l’intero portfolio di servizi.
A garantire un’elevata capacità energetica ci penserà la prossimità a due sottostazioni elettriche, mentre il collocamento a meno di mezzo millisecondo dal Point of Presence OVH di Londra consentirà all’impianto di vantare una connessione diretta ai datacenter di Gravelines, Roubaix, Parigi, Amsterdam, Bruxelles, Francoforte, Montreal e New York, con la rete in fibra che il Gruppo ha dispiegato su scala mondiale per raggiungere la più bassa latenza possibile.
Prossime aperture in terra inglese
Stando alla roadmap resa nota dal vendor, dopo aver annunciato lo scorso ottobre l’apertura di tre datacenter in Australia, a Singapore e Polonia, OVH continuerà a investire in Europa. Il secondo datacenter nel Regno Unito sarà, infatti, situato nella periferia di Londra, mentre il terzo fungerà da sito di ripristino e sarà collocato al di fuori dall’area di potenziale interesse dei primi due. I tre datacenter saranno interconnessi con la vRack, una rete privata sviluppata da OVH per facilitare l’implementazione di infrastrutture multisito.
D’altra parte, l’investimento pare più che giustificato, visto che in quasi dieci anni di attività su suolo britannico, l’azienda ha saputo attrarre numerosi clienti, da startup come BulbThings, che intende rivoluzionare il mercato dell’asset management grazie al data mining, a realtà di grandi dimensioni come Lineup Systems, specializzata in strumenti per la pubblicità online, e XTM International, protagonista inglese nelle tecnologie di traduzione.
E nel resto del mondo?
Per finanziare il piano di espansione globale, lo scorso anno OVH ha completato un aumento di capitale di 250 milioni di euro con due fondi di investimento, KKR e TowerBrook. L’azienda ha anche annunciato un piano di investimento di 1,5 miliardi di euro che, entro la fine del 2017, favorirà l’apertura di altri datacenter in Italia, Spagna, nei Paesi Bassi e in Germania, dove l’azienda ha recentemente acquisito il suo primo sito vicino al PoP di Francoforte.
In maniera del tutto simile a quanto accadrà in Inghilterra, anche in terra tedesca, il 21esimo datacenter del Gruppo sarà situato a Limburg, a meno di un millisecondo da Francoforte, dove OVH ha acquistato un edificio con una capacità di 45mila server nelle immediate vicinanze di un importante nodo della rete elettrica tedesca, già sede di una vecchia tipografia che ha segnato una rivoluzione per l’epoca e che ora lascia il passo a un’ulteriore innovazione in campo digitale.
Primo di tre datacenter che OVH ha in programma di costruire in Germania, il sito di Limburg connetterà i clienti della zona D-A-CH – Germania, Austria e Svizzera – ai principali punti di scambio Internet dell’Europa Centrale e Orientale e sarà inaugurato il prossimo aprile con le prime offerte Discovery, mentre la produzione inizierà a giugno.
Obiettivo dichiarato: attirare l’attenzione anche di altre aziende presenti in questa area geografica, come Villeroy & Boch, interessate alla sicurezza dei propri dati.
Da qui la scelta di OVH di lavorare al fianco dei provider tedeschi all’interno del CISPE, l’associazione dei Provider di Infrastrutture Cloud in Europa, per la definizione di un codice di condotta relativo alla protezione dei dati.
Presentato all’amministrazione tedesca, quest’ultimo è considerato un’importante iniziativa in grado di costruire il mercato unico digitale europeo attraverso la concentrazione di esponenti del settore per aumentare il livello di fiducia e di sicurezza nei confronti dei soggetti che trattano i dati in territorio europeo.
Infine, negli Stati Uniti, la città di Vint Hill, in Virginia, è stata scelta per accogliere sulla costa orientale un datacenter e la sede di OVH US, che sarà un’entità completamente indipendente dal resto del Gruppo.
Al termine di questo piano di implementazione, OVH sarà in grado di offrire ai propri clienti, che a oggi ammontano a oltre un milione, una scelta di datacenter in 11 Paesi, distribuiti su 4 Continenti, tutti interconnessi attraverso la propria rete, con una capacità complessiva attuale di 7,5 Tbps.