Chiusa l’operazione di acquisto dei sistemi da Ibm. Rilasciati nuovi ThinkServer, complementari.
In casa Lenovo arrivano i server di Ibm a base x86 (System x, BladeCenter e Flex System) e i blade networking switch di piccolo taglio.
Entro la fine dell’anno fiscale (marzo 2015), arriverà anche il personale.
Il primo di ottobre è stata infatti sancita definitivamente l’acquisizione del business: 2,1 miliardi di dollari che la casa cinese versa a Ibm per competere meglio in un mercato globale da 43 miliardi di dollari (tanto è stimato il settore dei server x86).
Il senso dell’operazione è stato spiegato da Gianluca Degliesposti, direttore Emea Server e Storage di Lenovo.
Pc e mobile, infrastruttura di backend (dove si collocano i server) e servizi cloud, costituiscono la Triple Plus Strategy della società, che vuole configurarsi come solution provider.
Per implementarla adeguatamente i System x provenienti da Ibm e i ThinkServer già in casa Lenovo avranno gli stessi team, staff commerciale e operativo, che svilupperanno il portfolio e cureranno la velocità di esecuzione.
Complessivamente, ha spiegato Degliesposti, le due famiglie si dividono il mercato: la fascia high end spetterà agli xSeries, come pure i blade. I sistemi a 1 e 2 processori sono complementari e non si sovrapporranno.
Contestualmente alla formalizzazione dell’acquisizione Lenovo ha rilasciato tre nuovi ThinkServer, all’insegna dell’AnyBay (montano dischi di dimensioni diverse), AnyRaid, per configurazioni espandibili, AnyFabric, con porte per tutti i Gbit e FcoE.
I modelli sono tre, ma ampiamente configurabili: TD350, RD550, RD650.
Il primo è un 4 unit tower, il secondo è un 1 unit rackable, il terzo è un due unit, sempre rack.
Il tower è destinato ad ambienti dove non c’è un datacenter, e ha la particolarità di saper lavorare fino a 45 gradi celsius senza limitazioni di tempo. I due rack sono per realtà più strutturate.