Trentottenne laureato, due dipendenti ma molti collaboratori, fatturato tipico 94 mila euro: è questo l’identikit del fondatore di startup hi-tech italiano, seguendo i dati dell’Osservatorio Startup Hi-tech, realizzato degli Osservatori Digital Innovation della School of Management del Politecnico di Milano e Italia StartUp, in collaborazione con Smau.
Nel 2014 e 2015 gli investimenti da parte di investitori non istituzionali (Venture Incubator, Family Office, Club Deal e Business Angels) sono passati da 57 a 75 milioni di euro, con una crescita del 32%. Gli investimenti dei soggetti istituzionali sono invece scesi dell’8%, ma è attesa una “rinascita” degli investimenti da parte di fondi istituzionali nel breve-medio termine.
Certo è che gli investimenti in Italia non sono ancora in linea con il Pil e con la dimensione della nostra economia nello scenario globale. Nel 2014 Germania e Francia hanno puntato sulle startup un importo dieci volte quello italiano.
“Colpisce il dato spagnolo, che riporta investimenti doppi rispetto a quelli italiani pur nel contesto di un’economia non basata sull’innovazione ma su altri settori merceologici”, afferma Marco Bicocchi Pichi, Presidente Italia Startup; “riteniamo fondamentale che il Governo agisca sugli incentivi fiscali per l’ingresso dei privati, perché le misure finora introdotte non sono ancora sufficienti”.
Ict sempre dominante, cleantech scende
Nel 2014 le startup Ict hanno mantenuto il larghissimo primato dei finanziamenti, ricevendo il 74% dei fondi; le Life Science passano al 17%, scavalcando le Cleantech/Energy che scendono dal 10% al 6%.
L’indagine è stata svolta su fonti dirette, quindi chiedendo agli investitori pubblici, ai principali incubatori e business angels, cooperando con l’osservatorio Crowdfunding del Politecnico di Milano, con riferimento alle startup finanziate nel 2014. Gran parte dei dati fa riferimento ad una popolazione di 364 startup, non tutte nate nel 2012, non tutte sul mercato nel 2014.
Per quanto riguarda l’entità dei finanziamenti istituzionali stanziati per le start-up, solamente il 4% ha goduto di investimenti superiori ai 3 milioni di euro. I due scaglioni bassi, inferiore al milione, sono insieme l’87% del totale: cresce maggiormente il taglio superiore ai 500.000 €, che passa dal 13 al 24%.
In particolare, nelle 230 startup finanziate e attive dal 2012 al 2014, il fatturato medio è cresciuto del 35% passando da 558.000 euro nel 2012 a 756.000 nel 2014, con un incremento nell’ultimo anno del 21%, mentre il numero medio di impiegati è salito da 4 a 6.
L’identikit di una startup media è stato definito scorporando le startup di fascia alta. In questo caso il fatturato è cresciuto dai 20 mila euro del 2012 ai 94 mila del 2014, con un numero di impiegati cresciuto da 1 (2012) a 3 (2014), ma le nuove aziende si affidano a numerosi collaboratori esterni.