Il bilancio del primo anno di obbligo di emissione di fattura elettronica tra privati è senza dubbio positivo.
Sono state coinvolte 3,9 mln di imprese; il 47% delle e-fatture è derivato da commercio e utility.
Delle oltre 2 miliardi di fatture elettroniche, il 57% è stato emesso da grandi imprese, il 23% dalle PMI. Inoltre, continua a crescere l’eCommerce B2B, concentrato in automotive (24%), largo consumo (19%) e farmaceutico (5%).
Sono alcuni dei risultati della ricerca dell’Osservatorio Digital B2b della School of Management del Politecnico di Milano, secondo il quale l’emergenza Covid-19 ha evidenziato l’importanza del digitale per poter garantire la continuità operativa delle aziende anche in situazioni straordinarie e ha sottolineato la differenza fra le organizzazioni già strutturate con processi digitali, che hanno facilmente creato le condizioni per il lavoro da remoto, e le realtà indietro nel percorso di digitalizzazione, che durante la crisi hanno incontrato più difficoltà.
La fatturazione elettronica, spinta dall’entrata in vigore a gennaio 2019 dell’obbligo fra privati, è la soluzione Digital B2b più diffusa: negli scorsi dodici mesi 2,09 miliardi di fatture elettroniche sono transitate attraverso il Sistema di Interscambio (SdI), inviate da 3,9 milioni di imprese, pari al 78% del totale. Il 55% è destinato a soggetti privati (B2b), il 44% a consumatori finali (B2c), l’1% alla PA (B2g).
Quasi il 60% è stato emesso da imprese del Nord Italia (il 34% in Lombardia) e il 47% proviene dai settori del commercio all’ingrosso e al dettaglio e delle utility. Le grandi imprese hanno trasmesso il 57% delle fatture, le PMI il 23%, le micro imprese e le ditte individuali il restante 20%. Dopo un anno di fatturazione elettronica, si iniziano a vedere i primi benefici nel contrasto all’evasione: da gennaio a novembre sono stati individuati e bloccati falsi crediti IVA per 945 milioni di euro su 104,7 miliardi di euro di versamenti. In questi 11 mesi i versamenti sono aumentati del 3,6% rispetto al 2018, con un aumento attribuibile alla fatturazione elettronica stimato tra 0,9 e 1,4 miliardi di euro tra gennaio e giugno 2019.
L’obbligo normativo legato alla fattura elettronica ha trainato anche la crescita dell’eCommerce B2b – il valore degli ordini scambiati tramite strumenti digitali fra imprese italiane – che raggiunge un valore di 410 miliardi di euro, pari al 19% del fatturato complessivo fra aziende (2.200 miliardi).
Il 2016 (l’anno successivo all’introduzione della fatturazione elettronica verso la PA) e il 2019 sono infatti i periodi che hanno registrato la crescita più elevata, rispettivamente +19% e +14%, contro un incremento medio annuale dell’11%. L’automotive si conferma il settore più digitalizzato, con il 24% degli scambi generati, seguito da largo consumo (19%) e farmaceutico (5%). Le transazioni digitali fra aziende italiane ed estere valgono invece 134 miliardi di euro, il 27% del transato estero B2b (500 miliardi), con l’automotive come primo settore (26%), seguito da tessile-abbigliamento (15%) e meccanica (11%).
I benefici della fatturazione elettronica rilevati dalle imprese riguardano sia il ciclo passivo, con risparmio di tempi e costi, riduzione degli errori, miglioramento della qualità delle informazioni e dei processi, sia il ciclo attivo, con benefici in termini di efficienza (meno costi legati ai materiali consumabili e minor tempo di esecuzione delle attività). Il 16% percepisce però degli appesantimenti sul ciclo passivo, come una scarsa fluidità del processo di riconciliazione della fattura con altri documenti del ciclo dell’ordine, e il 28% sul ciclo attivo, ad esempio per la necessità di personalizzare molte informazioni all’interno delle fatture su richiesta dei clienti.
La fatturazione elettronica può portare anche benefici indiretti, migliorando le attività connesse al processo di fatturazione, ma solo un’impresa su tre li percepisce (34%). Fra le grandi aziende la percentuale sale al 40%, con i miglioramenti più significativi che riguardano il monitoraggio dei crediti insoluti (50%) e la gestione fiscale (49%), mentre fra le PMI una su tre riscontra benefici, specialmente nella contabilità analitica (33%).
La metà delle aziende che offrono soluzioni per la digitalizzazione dei processi B2b è un Produttore di software gestionali o di gestione elettronica documentale (52%), l’11% è un B2b Integrator (fornitori di soluzioni per lo scambio strutturato di dati del ciclo dell’ordine), un altro 11% è un System Integrator specializzato nella creazione di strutture che facilitano la digitalizzazione dei processi, il 10% è un Business Process Outsurcing (aziende che offrono servizi di esternalizzazione di interi processi aziendali).
Seguono banche che sviluppano piattaforme che abilitano la dematerializzazione (8%), Certification Authority che forniscono strumenti abilitanti come la firma o l’identità digitale (3%), Operatori postali (1%) e altre realtà come le telco o le associazioni di filiera (4%).