Secondo le stime rilasciate nei giorni scorsi da GFK, saranno 51,2 milioni i dispositivi wearable venduti globalmente alla fine di questo 2015.
Una crescita significativa, se rapportata 17,6 milioni di dispositivi venduti alla fine del 2014, ma ancor più rilevante se si cerca di definirne i contorni.
Lo scorso anno, sottolinea GfK, il 77 per cento dei dispositivi venduti, vale a dire 13,5 milioni, rientravano nella categoria HFT (Health Fitness Tracker), vale a dire I dispositivi di monitoraggio dell’attività fisica e dispositivi, lasciando agli smartwatch veri e propri solo una porzione esigua, di poco superiori ai 4 milioni di unità.
Queste proporzioni sono destinate a cambiare significativamente nel corso di quest’anno, perché non solo le unità vendute saranno di fatto il triplo rispetto allo scorso anno, ma sui 51,2 milioni di dispositivi 26 saranno smartwatch e poco più di 25 milioni ancora rientreranno nella categoria HFT.
Appare chiaro, secondo Gfk, che i risultati dello scorso anno erano fortemente condizionati da un lato dalla disparità di prezzo tra i dispositivi HFT e gli smartwatch, dall’altro dal fatto che proprio le funzioni tipiche del monitoraggio dell’attività corporea erano quelle maggiormente richieste dagli utenti, ancora inconsapevoli o poco consapevoli delle applicazioni d’uso dei dispositivi indossabili.
Nel corso di quest’anno le cose dovrebbero cambiare anche perché si nota una sempre più evidente convergenza tra le due tipologie di dispositivo: non è certo un caso che i nuovi modelli di dispositivi HFT inizino a incorporare funzioni smart, come la lettura delle notifiche e dei messaggi e che contestualmente i nuovi smartwatch integrino funzionalità di monitoraggio cardiaco o di altre funzioni vitali.
Gli smartwatch convincono comunque i possessori di smartphone, il 56 per cento dei quali sarebbe interessato all’acquisto di un dispositivo complementare al telefono, soprattutto in grado di assicurare un maggior livello di libertà di movimento.
Il segmento femminile, invece, verrà invogliato all’acquisto grazie a una più attenta ricerca sul design, che non di rado strizzerà l’occhio anche alla gioielleria.
Quanto alla ripartizione geografica, è probabilmente pleonastico sostenere che i big spender sono nelle economie più mature, con Europa, Nord America e Apac sviluppati destinati ad aggiudicarsi oltre 18 milioni di smartwatch e 20 milioni di tracker.