Alla vigilia dell’avvio del nuovo esercizio fiscale, la società si prepara a festeggiare i primi 25 anni di attività e, grazie anche all’acquisizione di Dpcs, amplia il focus strategico verso la system integration. Storage e consolidation restano centrali.
Con la chiusura dell’anno fiscale in questo mese di aprile, si conclude un anno importante per Mauden, società tutta italiana con un forte focus sui progetti e sui servizi per il mondo dei data center.
Un anno nel quale l’azienda non solo è riuscita a segnare una crescita importante rispetto all’esercizio precedente, ma ha posto alcuni punti fermi che le serviranno da volano per il nuovo esercizio che prenderà il via con il 1° maggio e nel corso del quale la società festeggerà i suoi primi 25 anni di attività.
Le indicazioni preliminari parlano di una crescita anno su anno nell’ordine del 50%, con un obiettivo di chiusura vicino ai 50 milioni di euro, mentre tra i nuovi clienti figurano realtà come la Banca d’Italia, Sorgenia, Setefi, il Gruppo Mauri, Riso Gallo e alcune interessanti realtà nel mondo del gaming.
Sicuramente, uno dei capisaldi di questo esercizio che va chiudendosi è stata l’acquisizione definitiva di Dpcs – Data Processing Consulting Services -, società attiva nel software e nei servizi It: ”L’avvicinamento tra Mauden e Dpcs è iniziato verso la fine del 2010 – spiega Giuseppe Belardinelli, che in Mauden ha la responsabilità delle attività di Marketing, Organizzazione e Comunicazione – e la fusione si è conclusa prima del previsto, nel mese di febbraio. Il vero obiettivo, ora, al di là degli aspetti legali e fiscali, e al di là degli indicatori economici che suggeriscono che da Dpcs potrebbero arrivare tra i 3 e i 4 milioni di euro di fatturato aggiuntivo, è arrivare al consolidamento dell’organizzazione, per arrivare a vederci e a essere visti come una unica organizzazione”.
Così Mauden, che oggi detiene il 100 per cento del capitale di Dpcs, non solo ha integrato nella propria struttura tutto il personale della società di servizi, ma si è data una nuova organizzazione interna.
A Roberta Viglione, presidente e amministratore delegato della società, riportano ora oltre a Giuseppe Belardinelli, già citato come responsabile della direzione Maketing, Organizzazione e Comunicazione, Cesare D’angelo, alla guida della direzione Prodotti e Operation, Giuseppe Bassani, responsabile della Direzione Servizi, Mauro Pirovano, responsabile della Business Unit Software e Soluzioni, Giovanni Schisano, alla guida della Direzione Commerciale.
”Stiamo parlando di una struttura composta da un centinaio di persone in tutto, 70 delle quali attive nell’ambito dei servizi”.
Oggi le attività di Mauden si orientano su quattro linee di business principali: lo storage in primis, che rappresenta l’area di maggiore interesse e dalla quale derivano i risultati più importanti (lo scorso anno solare abbiamo venduto 5 petabyte di storage), il mainframe, con un focus più specifico sui servizi, ”soprattutto ra che con l’acquisizione di Dpcs integriamo i loro servizi operativi in ambito mainframe”, il software, sulla quale la società garantisce una maggiore attenzione rispetto al passato, e infine le attività di consolidamento e virtualizzazione su piattaforme Intel.
”Per quanto riguarda il software, due sono le aree di sviluppo di questo business: in primo luogo il software per lo storage, l’automazione e il monitoraggio, in secondo luogo il fronte information management, con focus su Db2 e Oracle”.
Nell’ambito del consolidamento e della virtualizzazione, Mauden dichiara di aver attivato un numero di progetti interessanti, anche verso piccole e medie imprese, in questo caso in un’ottica di apertura verso le tematiche cloud.
”Un anno fa ancora cercavamo di capire come declinare una nostra proposta cloud. Per ora ci focalizziamo su progetti di cloud private per i nostri clienti e abbiamo conseguito le certificazioni Cisco Ucs e Ibm Cloud Builder. Non ci stiamo invece muovendo né sui servizi cloud né sulle offerte as a service”.
Per il nuovo esercizio fiscale, uno degli obiettivi della società è consolidare il cambiamento di immagine in atto.
”Prima eravamo considerati semplicemente un operatore di canale, oggi, in virtù dei progetti che gestiamo, il mercato ci guarda come Mauden”.
E’ vero però che la società è considerata uno dei partner chiave di Ibm, che rappresenta il 61% del fatturato, seguita da Hp (12%) e Oracle (7%).
Ed è parimenti vero che lo storage rappresenti il 67% del suo business, seguito dai server (11%) e dalle attività di manutenzione hardware (8%).
Interviene Giovanni Schisano, a capo della direzione Software e Soluzioni: ”Abbiamo comunque intrapreso un percorso evolutivo importante. L’arrivo di Dpcs non aggiungerà volumi di fatturato tali da cambiare la resa del nostro business, ma porta un ampliamento di competenze tale da poterci definire system integrator. Ed è questo che davvero aiuta la sostenibilità del business complessivo dell’azienda”