Nessun dejà-vu, eppure tutto già sentito. La vera novità dal 3Gsm World è assistere alla realizzazione di ciò di cui si è parlato per anni. In attesa che poi diventi davvero disponibile.
25 febbraio 2004 Cosa aspettarsi dall’edizione 2004
del 3Gsm World di Cannes?
Probabilmente niente di
nuovo, con buona pace di chi grida alle novità.
Ma altrettanto
probabilmente, molto di non ancora visto.
In realtà, quel
che si vede e si vedrà nei prossimi giorni è tutto ciò di cui si è
parlato negli ultimi 6-12-18-24-48 mesi e che, finalmente, è diventato
realtà.
Non c’è nulla di nuovo nel 3G, salvo che finalmente esiste.
Non
c’è nulla di nuovo nelle applicazioni mobile per le aziende, salvo che
finalmente sono utilizzabili.
E via di questo passo, fino a rendere chiaro il
paradosso iniziale.
Ed è proprio in virtù di questo paradosso che oggi riesce
difficile tracciare una sorta di linea guida che indichi con chiarezza le
tendenze. Possiamo provarci, tenendo presente che giocoforza nulla vi sarà di
esaustivo e rimandando a tutto quanto verrà pubblicato da oggi in poi nella
sezione “Mobile Business” del nostro portale per gli
approfondimenti e i dettagli.
Andiamo con ordine.
3G, si
diceva.
In effetti la vera novità del 3Gsm World sta proprio nella
sua disponibilità. At last! direbbero gli inglesi.
In effetti il
2004 segna finalmente la linea di confine tra le prime reali sperimentazioni in
Europa e quegli investimenti – si parla di 125 miliardi di
dollari – stanziati quattro anni fa dagli operatori mobili per
assicurarsi le licenze.
E oggi che i servizi, per il consumer o per le
aziende (fa poca differenza: il terreno è vergine per tutti) ci sono, ecco che ci
si accorge dell’anello mancante.
I telefoni.
Il grido
d’allarme viene lanciato dagli analisti, i quali sottolineano che i telefoni 3G,
in grado dunque di gestire foto, video, audio e dati in qualità non discutibile
siano troppo pochi. Per di più quelli che ci sono sono bruttini e troppo
costosi.
Tanto che per il mass market tanto varrà aspettare fino al
2005.
Anno più anno meno, verrebbe da dire.
Intanto mettiamoli alla prova
questi servizi. E garantiamo che almeno per il prossimo anno siano davvero
funzionali, sia che si tratti di ingaggiare una sfida all’ultimo videogame con
un giocatore all’altro capo del mondo (siamo sicuri di volerlo davvero?), sia
che si tratti di gestire conferenze, documenti e dati senza preoccuparsi del
device in uso o del luogo in cui ci si trova.
Ma non di soli telefoni si
tratta.
Proviamo a parlare di software.
A Cannes ci sono
tutti. Microsoft, Linux e Symbian. E tutti i loro supporter.
E ognuno ben
attento a giocarsi al meglio le proprie carte, per guadagnarsi il titolo di
piattaforma di riferimento per gli smart phone, ovvero per gli
strumenti dai quali dipenderà la fruibilità e dunque il successo, dei servizi
dati avanzati.
E qui la partita è aperta per tutti.
E poi ci sono le
retrovie.
Strano chiamare retrovie aziende come Ibm, Oracle, Sap,
Symantec o qualsiasi altro nome venga in mente. Si possono usare più o
meno tutti: la mobility è oggi conditio sine qua e ciascuno ha la sua da dire in
proposito.
A queste retrovie spetta l’arduo compito di rendere possibile
tutto ciò di cui da quattro anni si va parlando. Aprendo tecnologie,
piattaforme, database all’accesso “seamless“.
Già,
seamless è la parola d’ordine. Una volta si usava trasparente ma poi ci si
è accorti che questo termine nell’elettronica non ha lo stesso significato che
gli danno gli informatici. E visto che tra elettronica e informatica i confini
sono molto labili, tanto vale accordarsi per un termine univoco.
Ma tutta
quesa trasparenza tanto semplice non è.
E forse eccola qui la vera novità di
Cannes 2004. La parola “facile” non l’abbiamo ancora letta in nessuna
comunicazione. “Fruibile” sì, ma è un’altra cosa.
E forse nessuno ha voglia
di prendersi in giro. Dopo 125 miliardi di dollari investimenti sarebbe davvero
troppo.