Argomento troppo tecnico per far presa sul pubblico. Ma il tema è vitale.
“Mi fa piacere che venga invocata la larga banda, ma mi farebbe più piacere se fossero messi i soldi” necessari.
Queste le parole di Corrado Calabrò, presidente dell’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, intervenuto a un convegno dove erano presenti molti operatori.
“Spererei – ha aggiunto – di vedere realizzata la larga banda prima della fine del mio mandato“.
Calabrò ha poi ricordato che è necessario, al fine di realizzare circa 15 miliardi di investimenti, l’impegno di “enti pubblici e privati“, ma “la prima iniziativa deve essere degli stessi operatori“.
Questa notizia di agenzia ci ricorda che l’Italia ha un grande problema irrisolto, il Next generation network, la rete di nuova generazione.
E’ un problema che si trascina da tempo e sul quale, sostanzialmente, non sono stati fatti passi avanti.
Ogni anno a Smau Anfov, l’associazione per la convergenza, fa il punto della situazione ma senza che vi siano grandi novità da un anno all’altro.
E non si tratta solo di una questione di soldi che peraltro non ci sono.
Prima bisogna definire il quadro delle regole che precedono la realizzazione. Che devono essere discusse con gli operatori. E solo dopo la definizione delle regole si passerà alla realizzazione.
Ma la situazione è in stallo.
Il dibattito rimane limitato agli addetti ai lavori, non c’è spinta da parte dei media perché l’argomento è tecnico e quindi non spendibile presso il grande pubblico.
Ma senza alcun dubbio rimane una delle questioni vitali per questo paese nei prossimi anni. Però, a parte qualche dichiarazione di Calabrò, nessuno ne parla.
Nel frattempo sta arrivando a scadenza il decreto Pisanu, quello che impone precise regole per il Wi-fi.
Scommettiamo che lo rinnovano?