Oracle: c’è un futuro per Sun

Larry Ellison presenta la roadmap dopo l’integrazione. C’è spazio per tutto, da Java a MySql e anche per UltraSparc.

Mentre a San Francisco Steve Jobs toglieva i veli all’iPad, sempre in California Larry Ellison spiegava ad analisti, clienti e investitori cosa accadrà ora che l’acquisizione di Sun Microsystems è cosa fatta.

Ed è partito dall’inizio, vale a dire dai termini finanziari dell’operazione, valutata 7,4 miliardi di dollari, pari a 9,5 dollari per azione.
Chiusa la transazione in questi giorni, negli asset di Oracle entra dunque una società con sede a Santa Clara, 30.000 clienti in tutto il mondo e qualcosa come 47.000 clienti.

Ma al di là di questi dati, importanti senza dubbio, c’è molto di più e c’è un approccio al mercato molto più articolato di quanto l’acquisizione di una società di hardware da parte di una società di software potrebbe far supporre.

In realtà, la mossa di Oracle si inserisce nello stesso filone di altri big player del mercato, da Hp a Cisco a Ibm, tutti tesi a giocare la carta della massima integrazione, per arrivare a proporsi come interlocutori di riferimento di tutta l’infrastruttura it, dai server, allo storage fino al software.
Ed è questo che anche Oracle vuol essere d’ora in poi.

A Sun Oracle riconosce grande spirito innovativo, che ha però bisogno di essere portato al mercato con maggiore efficacia, così come più efficace deve essere la strategia commerciale, basata su un intervento collaborativo di forza vendita interna e partner.
E in ogni caso c’è un obiettivo di profittabilità che va fortemente perseguito, è stato uno punti chiave indicati da Ellison. Che ha parlato anche di licenziamenti, inevitabili quando si uniscono strutture complesse, compensati tuttavia da una fase di ampliamento dell’organico: 2.000 persone in più, è stato detto, vale a dire circa il doppio di quelle che verranno lasciate a casa.

Per quanto riguarda invece la roadmap dei prodotti, inevitabili gli interrogativi su MySql, nodo cruciale sul quale si erano anche arenate le autorizzazioni da parte dell’Unione Europea.
Su questo punto Oracle è stata piuttosto avara di dettagli: ha promesso che continuerà a lavorare su MySql, che entrerà a far parte della business unit open source, con forza vendita e sviluppo indipendenti.

E c’è poi il capitolo Java, definito dagli executive di Oracle più o meno come un “gioiello della corona”. In sintesi estrema Oracle si dice convinta che ci sia molto da fare, da lavorare e da guadagnare sul fronte Java. ”Già sappiamo come trarre profitto da Java”: l’ha detto Ellison ed è più di una dichiarazione di intenti.

Toni concilianti per quanto riguarda le aree di sovrapposizione, soprattutto sul fronte middleware, nell’offerta delle due società.
Riposizionamento è la parola chiave di Oracle, che pensa all’offerta Sun in termini di specificità, dunque indirizzandola verso target specifici, o come foundation tecnologica, passibile di sviluppi futuri.

E poi ci sono i processori.
Anche qui Oracle ha parlato di roadmap, con quattro refresh previsti r per gli UltraSparc Tx (Niagara).
Gli ambiti applicativi, se pur non nel dettaglio, sono comunque delineati: cifratura e compressione sono aree di sicuro interesse.

E comunque il messaggio di Ellison è stato su un punto chiaro: per Sun, per tutta Sun, c’è un futuro.

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