La società che presidia l’organizzazione e le tecnologie del Credito Valtellinese ha optato per l’ambiente Fluid Data basato sulla San di Compellent.
Selezionato in base alla capacità di riconfigurare le risorse It in modo dinamico senza richiedere competenze tecniche specialistiche per la sua gestione, lo storage Fluid Data di Compellent è stato adottato da Bankadati Servizi Informatici. Con lo scopo di seguire in maniera adeguata il piano di crescita del proprio Gruppo bancario, la società che presidia l’organizzazione e le tecnologie del Credito Valtellinese (arrivato dopo le costanti acquisizioni a oltre 4.500 dipendenti), ha optato per l’adozione di un ambiente basato su San e fondato su un’architettura modulare e flessibile.
Prima di questo passo Christian Manzia, responsabile del Servizio Architetture Sistemi Dipartimentali di Bankadati S.I., aveva già provveduto ad approntare per tempo la ristrutturazione dell’infrastruttura It dipartimentale grazie all’adozione della tecnologia di virtualizzazione Esx Enterprise di Vmware.
Una volta riprogettati i due data center rispettivamente posizionati a Sondrio e Milano, per raggiunti limiti di capacità Bankadati si è focalizzata sul potenziamento della soluzione di storage proprietaria preesistente.
Stando a quanto dichiarato in una nota dal fornitore di storage, presente esclusivamente attraverso un canale di vendita indiretto in 35 Paesi nel mondo, fra le soluzioni ritenute maggiormente vantaggiose da Bankadati S.I. ci sarebbe anche il tiered storage automatizzato di Compellent, che consente ai propri clienti di utilizzare risorse ad alte prestazioni solo quando i dati sono attivi trasferendo dinamicamente su dischi Sata più economici e che consumano di meno i dati ai quali non si accede di frequente.
Quel che è certo, in base ai commenti rilasciati da Manzia nella medesima nota stampa, è che lo storage Fluid Data di Compellent “ha eliminato una serie di difficoltà verificatesi con la precedente soluzione che, oltre a essere difficile da modificare, necessitava di tempi di fermo a volte incompatibili con le esigenze di continuità di servizio“.