Cinque consigli per la sicurezza nel cloud

Secondo Stonesoft si deve provvedere a federare le identità, garantire la connettività, stratificare le ispezioni, centralizzare la gestione e proteggere i desktop virtuali.

Stonesoft ha individuato cinque accorgimenti che le aziende che che fanno uso di cloud computing possono adottare per potenziare il proprio livello di sicurezza e di continuità di servizio.

Il primo riguarda la gestione delle identità federate, per rispondere all’esigenza di accedere alle tante applicazioni e servizi su cloud tramite un’unica modalità di autenticazione, capace di riunire le identità locali di ciascun utente.

Poi si deve badare alla connettività cosiddetta always-on. Per evitare interruzioni di servizio e garantire la disponibilità dei dati business-critical conservati “nella nuvola” è necessario che le aziende adottino nell’infrastruttura di rete tecnologie ad alta disponibilità e sistemi di load balancing.

Un’ispezione stratificata appare poi necessaria per analizzare diverse tipologie di traffico in entrata, ad esempio proveniente dal Web o da applicazioni peer-to-peer, per individuare o prevenire potenziali intrusioni nell’ambiente cloud.

Anche la gestione centralizzata è un must: un’unica console di management per il monitoraggio e la configurazione di tutti i dispositivi presenti nella rete, siano essi fisici, virtuali e di vendor diversi, semplifica la gestione dei vari device e, di conseguenza, migliora il livello di sicurezza e consente risparmio economico, di tempo e risorse.

Infine, vanno protetti i desktop virtuali, sottoposti agli stessi rischi dei desktop fisici. Pertanto, per prevenire potenziali minacce provenienti dall’esterno o dall’interno della rete, le aziende possono implementare tecnologie Ips che consentono un accesso sicuro da remoto attraverso reti Ipsec o tunnel Ssl Vpn.

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