Cinque indagini anticipano il cambiamento dei sistemi di pagamento delle Apps. Nel 2012 l’in-app billing sarà decisivo.
I mobile apps store esistono dagli anni ’90, ma mai sono stati importanti quanto oggi. Il riferimento è Apple e la sua strategia, considerando però che l’App store, popolare in Nord America, non gode della stessa fama ovunque.
E’ questo un elemento chiave emerso nella ricerca Sizing up the global apps market (marzo 2010) commissionata da Getjar, un AppStore indipendente, a Chetan Sharma Consulting. Tra le domande una sembra fondamentale: gli smartphone domineranno sui feature? La risposta di questa indagine indica che il mercato non è unico e non c’è un unico schema di successo: in Asia stravincono i feature, dove si guadagna con la pubblicità.
Nel 2009 l’Asia è l’area che ha scaricato più apps, mentre i soldi li fanno Usa e Canada (oltre il 50% del giro d’affari mondiale).
Il numero di negozi online di questo tipo è sorprendente: in maggio l’App Store report di Wip, Wireless Industry Partnership, ha contato 75 store, contro 68 del mese aprile. Di questi, solo 3 sono esclusivamente dedicati ai feature. Nicchie per netbook, tablet e anche auto: ci si rivolge a tutto ciò che è connesso, Tom Tom incluso.
Micropagamenti freemium
Per garantire un’esperienza utente continua e una qualità di servizio costante, gli appstore provider devono fornire una varietà di meccanismi di pagamento che comprendano il pagamento agli operatori e alle carte di credito.
Proprio per quanto riguarda i metodi di pagamento, la recente Netsize Mobile Trend Survey ha evidenziato che per l’85% gli intervistati vogliono l’operator billing nel mix. E’ interessante anche il dettaglio: il 46% crede solo in questa forma; il 39% crede nelle carte di credito e in altre forme, mentre il 15% crede solo nelle carte di credito.
Gli e-wallet sono stati menzionati nel 35% delle risposte, mentre il 28% ritiene già oggi che l’in-app billing sia essenziale per il successo.
Secondo un’altra indagine ad opera di Screen Digest, l’in-app billing incoraggia un maggior uso, perché gli utenti pagano senza dover aprire un’altra finestra, quindi le transazioni in-apps o i micropagamenti aumenteranno i flussi delle entrate. In Sud Corea i giochi di ruolo hanno il 90% delle revenue dai micropagamenti e i casual games il 60%. La Corea del Sud sta svolgendo il ruolo di innovatrice sia nella tecnologia wireless sia nei modelli di business, ma va detto che la sua esperienza è difficilmente ripetibile in Stati più grandi.
2012, l’anno della svolta
La svolta nel mercato delle apps, benché non immediata, è vicina quanto il 2012. In quell’anno Sizing up prevede scaricamenti record, addirittura 50 miliardi; le revenue previste assommeranno 17,5 miliardi di dollari (ma il recente terremoto dei cambi potrebbe aver modificato questa stima), per il 28% provenienti dalla pubblicità. Le valutazioni sono confermate dal documento Mobile applications e App stores di Juniper, che stima il mercato delle apps in 25 miliardi di dollari tra 5 anni.
Apps as a service
Le revenue del settore migreranno verso l’off deck, il pagamento diretto agli editori senza passare per gli operatori (metodo on-deck). In questo il wifi è essenziale, perché la crescita di questo accesso wireless esclude gli operatori telefonici.
Questo è un andamento generale: secondo Netsize molte delle attuali applicazioni a pagamento verranno sostituite da free apps che abilitano servizi a pagamento sia tangibili sia intangibili.
Anche Juniper si attende che l’in-app billing crescerà, permettendo revenues incrementali e più che l’acquisto con soluzione unica. Vista l’architettura di riferimento e la soluzione di fruizione si può parlare di pagamento a consumo, ovvero -parafrasando una sigla di gran moda- di Aaas, apps as a service.
In definitiva, nei prossimi due anni vedremo l’in-apps billing pavimentare una strada più redditizia per gli sviluppatori di apps. Cross-sell, up-sell e molti altri modelli di abbonamento renderanno il freemium il successo che tutti si attendono.