I settori che salgono e quelli che scendono nei dati di Accredia, da gennaio di quest’anno Ente unico di accreditamento in Italia
La certificazione della qualità di prodotti, attività e processi è per le aziende un’azione sempre più importante, tanto da divenire, da semplice tratto distintivo, un elemento discriminante nella competività, anche e soprattutto a livello internazionale. Questo è vero a prescindere dal settore produttivo/merceologico di riferimento, perché ogni tipo di attività può essere sottoposto a valutazione: dalle costruzioni all’energia, dall’ambiente ai trasporti, dalla sanità alla formazione. Spesso il possesso di una certificazione di qualità è prerequisito fondamentale per la partecipazione a gare d’appalto o per ottenere facilitazioni fiscali.
Ma vi sono anche altre importanti implicazioni, prime tra tutte la tutela dei consumatori (si pensi ai prodotti agroalimentari), che si riflette anche in un incremento di fiducia verso il produttore/prodotto certificato. Poi c’è la sicurezza. Da un’indagine Inail (Osservatorio Inail 2008), risulta per esempio che la frequenza e la gravità degli incidenti sul lavoro nelle imprese con certificazione di qualità risulta inferiore del 20% rispetto quelle non accreditate.
Un quadro completo delle certificazioni in Italia riferito al 2009 ce lo fornisce Accredia, che dal gennaio di quest’anno è l’ente unico riconosciuto dallo Stato cui fa capo il sistema italiano di assicurazione della qualità. Accredia, nata dalla fusione di Sinal e Sincert, opera sotto la vigilanza del ministero dello Sviluppo economico e, in pratica, “certifica il certificatore”: ha difatti il compito di accreditare, valutandone la competenza e l’operato, gli Organismi di certificazione e ispezione, i laboratori di prova e quelli di taratura.
I dati di Accerdia: chi sale e chi scende
L’analisi effettuata da Accredia mostra come il sistema di accreditamento sia un buon termometro dei trend della nostra economia. Dopo anni di crescita a ritmi superiori al 15% annuo, infatti, la crisi ha colpito anche le certificazioni a partire dalla seconda metà del 2008 fino ad arrivare alla diminuzione di nuove certificazioni (la prima in assoluto) registrata tra marzo e giugno del 2009. Ma il dato è poi tornato in un positivo già a fine anno del 2,5% circa. Sono i settori che hanno risentito maggiormente della contrazione dei consumi e del calo della produzione quelli che hanno ridotto le attività di certificazione: per esempio, gli articoli sportivi e la gioielleria, entrambi calati del 16%, dei beni personali e per la casa (-14%), dell’editoria (-12%), del tessile (-8%).
Per contro, le certificazioni sono aumentate in settori che si sono affermati negli ultimi anni e in particolare in comparti innovatiti del mondo dei servizi: come quello del recupero e riciclo e della produzione e distribuzione di energia elettrica (circa +20% per entrambi). Accredia sottolinea come in comparti di questo tipo la certificazione risponda anche a esigenze della controparte business, rappresentata da industrie che richiedono ai propri fornitori l’adozione di un sistema di qualità. Registrano incrementi anche i settori della riparazione di cicli, motocicli e autoveicoli (+11%), delle costruzioni e riparazioni navali (+6,5%), dell’estrazione di minerali (+6%) e i servizi al cittadino (+5%), che in virtù della natura pubblica devono rispondere a requisiti precisi di tutela.
Accanto al mondo della qualità che fa capo alla Iso 9001, una delle declinazioni più mature in Italia anche come numero assoluto di certificazioni prodotte, stanno emergendo gli ambiti della salute e sicurezza sul lavoro (Ohsas 18001) e quello ambientale (Iso 14001). Anche in un anno difficile come il 2009, l’Italia si è mostrata ricettiva nei confronti del tema della qualità e della sicurezza: le certificazioni di sistemi di gestione aziendale (siti produttivi) sono infatti cresciute lo scorso anno del 2,5%, raggiungendo le 137.500 unità.