Lo StorCenter ix4-200d di Iomega appartiene alla fascia media dell’offerta aziendale nell’ambito delle soluzioni professionali. Il dispositivo, dotato di quattro drive, offre la completa versatilità delle configurazioni RAID. È un prodotto robusto e ben progettato anche sul lato fisico. Mentre al software, come vedremo, va la palma della facilità e praticità di configurazione e gestione. Iomega non ha certo bisogno di presentazioni e, da quando è entrata a far parte dell’orbita di EMC, ha consolidato ulteriormente la sua vocazione nativa dedicata alle soluzioni di storage per tutte le esigenze, professionali e domestiche.
Dell’importanza del backup nell’ambito di una corretta politica di sicurezza e protezione dei dati ne abbiamo molte volte parlato dandone ampio spazio sulle pagine della rivista. Non ci stancheremo però di rilevare che quest’aspetto di “educazione” tecnologica riscuote ancora, purtroppo, poche attenzioni da parte dell’utenza.
Il dispositivo è commercializzato in bundle con EMC Retrospect Express, in versione con licenze illimitate, che agevola e semplifica tutte le funzionalità grazie anche all’abbinamento con l’interfaccia web di gestione, anch’essa completa, in italiano e dal semplice utilizzo.
Di Retrospect abbiamo avuto modo di parlare ampiamente sul numero scorso di Applicando. Consigliamo i lettori interessati al prodotto in prova, di tenerne conto per una valutazione complessiva anche perché i due prodotti, oltre ad appartenere alla stessa famiglia, operano in perfetta simbiosi.
Estrema semplicità
Come abbiamo accennato, è la semplicità che contraddistingue tale soluzione. Questo non significa che funzionalità e prestazioni siano semplificate o, peggio, ridotte rispetto al necessario. Tutt’altro. Questo prodotto abbassa la soglia di accesso in termini di impatto tecnologico e garantisce, nel contempo, anche a soggetti non specializzati la possibilità di operare con il massimo delle performance e con sofisticazioni non più alla portata di pochi.
Un ulteriore elemento che invita gli utenti verso la strada, ancora poco percorsa, della sicurezza e della protezione dei dati rilevanti.
Appena si accende il dispositivo, dopo qualche secondo sul display compaiono diverse informazioni: data e ora, IP assegnato, spazio libero e spazio occupato. Se non si è ancora installato il software a corredo, sul Finder – tra i dispositivi condivisi – si trovano già i due volumi Storage e Storage-TimeMachine. A questo punto si potrebbe già cominciare a configurare il sistema richiamando via web l’interfaccia di controllo digitando l’indirizzo IP. Questa interfaccia, forse non troppo elegante dal punto di vista grafico, consente l’accesso a tutte le funzionalità disponibili. Queste sono ordinate e raggruppate logicamente in cinque diversi tab. Ogni scheda è corredata da un aiuto contestuale nella lingua selezionata – italiano compreso – che agevola ulteriormente ogni tipo di scelta legata all’attività di configurazione.
In ogni caso, come suggerito anche dal produttore, è conveniente sfruttare tutte le possibilità offerte dall’accoppiata hardware/software dalle origini in comune.
I passaggi da seguire sono semplificati in altrettante fasi operative: collegamento in rete, installazione del software, configurazione minima, collegamento dei client e configurazione del software. Saltando, solo in senso figurato, le prime due fasi dove è sufficiente seguire le poche semplici indicazioni, è quella di prima configurazione che merita una certa attenzione. Una volta connessi, l’unità StorCenter richiederà l’inserimento di una password, di un nome per l’unità, di un indirizzo e-mail e di un fuso orario. La password serve a impostare la protezione dell’unità ed è prevista per l’account dell’amministratore predefinito, il nome è quello che si desidera dare all’unità (l’assegnazione di un nome nuovo richiede il riavvio), l’indirizzo e-mail sarà invece utilizzato per inviare messaggi e notifiche, infine il fuso orario si rende utile per fornire i dati relativi correttamente all’interno della rete.
Una volta eseguiti questi passaggi la configurazione, minima, dell’unità è terminata. A questo punto non resta che configurare la rete installando il software su tutti i computer, Mac o Pc, ai quali si intende concedere l’accesso allo storage di rete in uso. Durante l’installazione, sarà chiesto se l’utente deve avere diritti personali e amministrativi e a quali altre cartelle può avere accesso.
Per quanto riguarda invece la configurazione del software, durante l’installazione, sul dispositivo StorCenter è stata automaticamente creata una cartella nominata “backup”. Dal computer in uso, è sufficiente fare clic sull’icona di EMC Retrospect. Sarà questo, una volta avviatosi, a guidare l’utente attraverso una semplice procedura di configurazione che include l’individuazione della cartella di backup e la richiesta di una pianificazione regolare dei backup per i computer in uso o per i singoli file selezionati.