Per quanto curati i software d’oggi manifestano i limiti della programmazione forzatamente non soppesata sul singolo byte, dispositivo per dispositivo. Siamo sicuri che debba andare così?
Ad onta delle aspettative generali, oggi il software manda in tilt i dispositivi, o come si dice in gergo, crasha.
Il software ha sempre fatto così, ma poiché all’aumento della diffusione e delle attenzioni relative cresce anche la socialità degli utenti, la percentuale di segnalazioni resta alto.
Qui di seguito ricordiamo alcuni casi degli ultimi tempi, su Silverlight, Firefox ed iPad.
Silverlight brucia corrente
Qualche mese fa, parlando a Roma della strategia online di Rai Net, era emerso che Silverlight (la piattaforma Microsoft per lo streaming usata dalla Rai) non poteva essere installata su pc vecchi e sui portatili richiedeva un elevato uso della batteria. Caratteristiche di questo tipo l’avrebbero reso quasi inutilizzabile su dispositivi non aggiornati o non collegati alla rete elettrica.
Poiché solo pochi giorni dopo è stato annunciato Silverlight 4, che va anche nella direzione di dispositivi tascabili a tecnologia Microsoft, questi elementi sono stati affrontati e come lo vedremo solo nel caldo autunno che ci attende.
Firefox, curiosone maldestro
Svariate applicazioni oggi sforzano i netbook e vanno in crash. In particolare Firefox causerebbe dei problemi, tanto da dedicare all’argomento una pagina continuamente aggiornata e già letta alcune centinaia di migliaia di volte.
In realtà la maggior parte dei problemi viene con i plug-in, tanto che lo staff di Mozilla propone delle soluzioni valide per utenti esperti sopratutto per Flash ed Adobe Reader. Altri problemi sembrano di più complessa scaturigine e disabilitare gli JavaScript smbra davvero un rimedio estremo.
Precedenti versioni di Firefox (e Flash) richiedono un intenso uso della Cpu quando il computer riemerge dallo stand-by o dall’ibernazione, ma oggi questo non è più un problema dato che basta aggiornare il browser (o il plug-in). Anche l’esecuzione in compatibilità Windows, valido con vecchie versioni, può richiedere la disabilitazione della funzionalità (tramite opzioni dal right-clic sull’icona di Firefox); non è un’opzione banale, perché in certi casi il bios può scapricciarsi con l’hyperthreading di alcune vecchie Cpu Intel e l’unica soluzione è proprio il compatibility mode.
iPad apps: poca memoria o scarso sviluppo?
Immancabilmente l’hype spetta ai dispositivi Apple. La settimana dopo ferragosto ha registrato la polemica nazionale tra Wired Italia e Simplicissimus sulla qualità dell’applicazione per iPad del Sole 24 Ore. Sostanzialmente Wired ha recensito l’applicazione in senso negativo, definendola “Un instabile e debole passo verso il futuro” e Antonio Tombolini, Ceo dell’azienda che l’ha sviluppata, la Simplicissimus Book Farm, ha puntualizzato. Al di là delle specifiche argomentazioni, che rientrano nella lotta tra grafici e giornalisti (interfacce vs. contenuti) a suo tempo ed involontariamente lanciata da Gutenberg, è ritornato fuori il discorso sulla scarsa dotazione hardware dell’iPad.
In particolare il banco di Ram, limitato a 256 Mb, sarebbe inadeguato non solo contro i personal, anche contro netbook che alloggiano gigabyte a go-go.
I programmatori rispondono convinti: lo si sa bene, quindi il crash è comunque un problema dell’applicazione.
Al termine della breve carrellata, la domanda sorge spontanea: non è che le nuove tecnologie sono ancora inadatte all’ecosistema al quale oggi si fa riferimento?
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