La società ha presentato il piano industriale 2010-2013. Focus sul cloud e possibili acquisizioni.
Exprivia, società di consulenza e sviluppo di soluzioni It quotata al segmento Star di Piazza Affari, ha presentato alla stampa il piano industriale 2010-2013 approvato dal consiglio di amministrazione.
Il piano prevede alcuni obiettivi ambiziosi: il raddoppio dei ricavi, per raggiungere entro il 2013 la fatidica soglia dei 200 milioni di euro (oggi sono 90 milioni), il 10% realizzati all’estero, una buona quota parte di crescita dovuta alle acquisizioni, che negli ultimi anni non sono mancate e ancora altre se ne faranno nel prossimo triennio, mantenimento di margini ebitda pari al 15% del consolidato, riduzione del 25% dell’indebitamento al netto degli impegni di cassa necessari per la crescita esterna.
Il management della società, in primis Domenico Favuzzi, presidente e Ad del gruppo, stima una riduzione del capitale circolante netto, in rapporto ai ricavi, di circa il 30%, la posizione finanziaria netta dovrebbe scendere al di sotto dei 30 miloni di euro, la struttura del debito si caratterizzerà in prevalenza per finanziamenti a medio termine, le operazioni di crescita esterne saranno finanziate facendo ricorso alle banche.
Fin qui i principali indicatori economici e finanziari del piano del gruppo, che, è bene ricordarlo, è nato nel 1983 come AiSoftw@re e ha assunto il nome attuale dopo la fusione di AiSoftware e Abaco (che a sua volta era nata nel 1988).
La storia della società, che conta oggi 1200 risorse, è punteggiata di acquisizioni, finalizzate, come ricorda Favuzzi, a “complementarizzare” l’offerta del gruppo.
L’ultima, in ordine di tempo, quella di Prosap, società spagnola con filiali operative anche in Messico e Guatemala, specializzata in consulenza e system integration in ambito Sap. L’acquisizione, oltre che confermare la politica di crescita per linee esterne, sottolinea l’impegno per una più forte espansione internazionale.
E proprio l’internazionalizzazione (accompagnamento dei clienti nei loro investimenti all’estero, selezione di partner locali per nuove iniziative, acquisizione “in loco” di società piccole e medie) è uno dei tre punti strategici su cui la società basa la sua strategia per il prossimo triennio.
Gli altri due sono innovazione e industrializzazione.
“L’innovazione riguarda il portafoglio d’offerta, con una particolare attenzione al tema della Città Digitale 2.0, in cui siano contenuti nuovi modelli interazione, come sanità elettronica, pagamenti mobili, infomobility,..”.
L’industrializzazione guarda alla nuvola, cioè al cloud computing, vera e propria arena competitiva del prossimo decennio. In questa ottica, le business line di Exprivia saranno focalizzate sulla implementazione di processi industrializzati erogando in nearshoring attraverso centri di competenza specializzati e piattaforme di cloud computing.
I mercati di riferimento, con relative percentuali di ricavi: Pac, trasporti e utility (14,9%), industria e media (13,5%), sanità e Pal (41,2%), banche e finanza (11,7%). Le competenze sono orizzontali: erp, Sap naturalmente, business intelligence su cui operano 100 dei 230 consulenti su uno spettro di prodotti best-of-breed, Eai-Soa, enterprise content management, servizi gestione infrastrutture, e, dal 2010, il business process outsourcing su cui la società punta molto.
Ci sono anche competenze verticali come il capital market e i sistemi informativi sanitari. Le soluzioni sono proprietarie orizzontali (per il trattamento di informazioni strutturate e non) e verticali (credit risk, si sanitario regionale, si radiologico e trattamento immagini cliniche, in cui Exprivia detiene quasi il 20% del mercato italiano).
In tutti i settori sopra descritti, la società vuole dire la sua. In alcuni ci sono difficoltà a tenere i margini per le condizioni oggettive di quei mercati, altri hanno ampi margini di miglioramento. Sicuro come l’influenza nella stagione fredda è il “colpaccio” sotto forma di contratto di programma recentemente approvato dalla Regione Puglia: un investimento complessivo di 11 milioni di euro dal 2011 al 2013.