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È ufficiale: esiste l’ansia da poca autonomia dello smartphone

Vanno in un bar o un ristorante solo per caricare lo smartphone, chiedono di usare il caricatore di persone che nemmeno conoscono, prendono “in prestito” quello di qualcun altro: sono le persone colpite (bonariamente) dalla Low Battery Anxiety (ansia da poca autonomia), un fenomeno che secondo una indagine LG interessa nove utenti di smartphone su dieci. Quando la batteria va sotto la soglia simbolica del venti percento, queste persone cominciano a mostrare comportamenti un po’ ossessivi.

L’indagine è stata fatta negli USA e quindi le sue conclusioni non sono del tutto applicabili da noi, ma basta guardarsi intorno per capire che non sono nemmeno così astruse. Tra i risultati più curiosi dell’indagine c’è il fatto che il 71 percento del campione più giovane (18-29 anni) non ama prestare il caricabatterie perché teme di non averlo quando serve, il 41 percento possiede tre o più caricatori e l’86 percento carica lo smartphone da una a tre volte al giorno.

L’ansia da poca autonomia della batteria non fa bene nemmeno alle relazioni personali: il 60 percento circa del campione ha ammesso che non chiama familiari e amici – anche se questi se lo aspettano – quando la batteria è troppo bassa, per paura che lo smartphone si scarichi del tutto.

Nei casi di emergenza, quando l’autonomia è agli sgoccioli, gli ansiosi da batteria si organizzano: chiudono le app che non usano, abbassano la luminosità dello schermo e bloccano i servizi di localizzazione nella speranza di guadagnare minuti preziosi di carica. Fortunatamente per chi ha un iPhone, sotto la fatidica soglia del venti percento di autonomia iOS ci pensa da solo.

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