La startup americana ScanDX ha sviluppato una soluzione per rilevare la presenza di fratture ossee usando uno smartphone e l’app dedicata FractureDX. Siamo ancora allo stadio di prototipo ma i test sinora sono stati incoraggianti: l’app e il metodo previsto hanno rilevato le fratture nei pazienti che effettivamente le avevano e non hanno generato falsi positivi.
Il sistema si basa sulla conduzione di onde sonore nelle ossa, un approccio noto sin dall’inizio del secolo scorso. Se si sospetta che un osso sia fratturato, si applicano una sorgente sonora a una sporgenza di una sua estremità e un rilevatore di suoni a una sporgenza dell’altra estremità, poi si “ascolta” come viene trasmesso il suono lungo l’osso.
Come termine di paragone si compie la stessa operazione con il medesimo osso ma dalla parte del corpo che si sa non avere fratture. Se la conduzione del suono è molto diversa, è assai probabile che il primo osso sia effettivamente rotto.
Si tratta di una valuazione qualitativa ma importante, perché permette di avere la ragionevole certezza della frattura senza dover ricorrere a raggi X o altre apparecchiature diagnostiche. FractureDX rende il processo un po’ più “quantitativo”. Allo smartphone sono collegati un piccolo altoparlante che emette suoni e un microfono a conduzione ossea per captarli. Effettuate le due misurazioni, gli algortimi dell’app valutano le differenze e se queste superano una determinata soglia segnalano la probabile presenza di fratture.