Tra 177 proposte e 57 business plan sono stati scelti i finalisti della Start Cup Lombardia. Le grandi aziende sostengono, ma i fondi statali dove sono?
Forse tra i 15 team finalisti dell’ottava edizione della Start Cup Lombardia (la gara, promossa da Politecnico di Milano e altre cinque università lombarde, tra business plan sortiti da idee imprenditoriali presentati da giovani) non nascerà la piccola Google nostrana, come in tanti si augurano.
Certo è che le idee presentate erano piuttosto originali e creative.
Si va dalla banca delle cellule staminali di origine animale, al sistema biomedicale indossabile, dalla tecnologia informatica che legge le emozioni, alla pilotina per impianto di separazione delle emulsioni oleose, e altro ancora.
Oltre al Politecnico di Milano, promuovono la Start Cup l’Università degli Studi di Milano, Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, Università degli Studi di Bergamo, Università Carlo Cattaneo-Liuc, l’Università degli Studi dell’Insubria – Varese Como – e il centro Promozione Start-Up USI/SUPSI di Lugano.
L’organizzazione è dell’Acceleratore d’Impresa del Politecnico di Milano, gestito dalla Fondazione Politecnico di Milano. Ad esso si aggiungono la Fondazione Filarete e il Parco Tecnologico Padano.
Imbarazzo da parte della giuria di venture capitalist, rappresentanti delle istituzioni e di grandi aziende, che ha ricevuto 177 proposte, di cui 57 sono diventati business plan (“facendo ricorso ai fondi nel cassetto”, lamentano gli organizzatori) per arrivare poi alle 15 proposte finaliste per le tre categorie: Ict e tecnologie industriali, Life Science, Claean Tech e Agroalimentare.
Qualche curiosità statistica? Il 61% delle proposte appartengono all’Ict, il 18% a Life Science, il 21% a clean tech, 32 dei proponenti sono donne, l’età media è 31 anni (un po’ alta, se si considera che negli altri paesi è di 26 anni, ma a quanto pare i nostri giovani impiegano più tempo a decidere di fare gli imprenditori..), 19 anni l’età del più giovane proponente.
Ieri, dunque, la volata finale per designare i vincitori, due per ogni sezione, i quali, oltre ad aggiudicarsi un premio in denaro (10 mila euro i primi, 3000 i secondi) parteciperanno il 3 dicembre 2010 al Premio Nazionale per l’Innovazione, la finalissima delle Start Cup italiane in programma a Palermo.
Nel campo dell’Ict, dove i premi sono erogati da Sas Italia, l’ha spuntata sul filo di lana Amanuens, una soluzione di software-as-a-service, che semplifica tutte le fasi della localizzazione del software e offre una soluzione ai problemi che insorgono nel corso del processo, rendendo il tutto più efficiente, semplice ed economico.
Secondo posto per Emotica Games, tecnologia hardware e software che legge le emozioni e crea proposte “tagliate su misura”, sulla base della personalità dell’utente.
Nella categoria clean tech e agrolimentare (premi erogati da Accenture), vince Eco Oli Separazione, pilotina per l’impianto di separazione delle emulsioni oleose, sia vegetali che minerali, e il recupero del prodotto oleoso per il riciclo nelle centrali di termo-combustione, per la produzione di energia elettrica.
Segue Ipad Lab, prodotti e servizi su scala globale per la diagnosi delle malattie delle piante coltivate e la certificazione delle produzioni vegetali su base biomolecolare.
Nella sezione delle scienze della vita (premi erogati da Filerete Investimenti), il podio più alto per Comf Tech, che propone la creazione e l’industrializzazione di un sistema biomedicale indossabile, sotto forma di indumento, studiato appositamente per il monitoraggio del neonato.
Secondo posto per Proxentia, piattaforma semplice e versatile che supporta lo sviluppo di una rete di diagnostica distribuita costituita da un reader universale e un set di smartcard monouso.
Come è noto, Smart Cup è organizzata in altre regioni d’Italia, e chissà, sperano i promotori, che, anche grazie a un forte senso di emulazione, non si diffonda in quelle che mancano all’appello.
L’iniziativa lombarda si inserisce all’interno di una serie di altre iniziative che le istituzioni (Regione Lombardia, Comune di Milano, Camera di Commercio di Milano) hanno sviluppato per conto proprio o passando per il Poli milanese, vero e proprio acceleratore d’impresa. Iniziative di successo, che sottolineano ancor di più la mancanza di piani governativi di supporto allo sviluppo delle start up.