Ritorna di attualità l’ipotesi che Apple decida di produrre iPhone negli Stati Uniti, magari non completamente ma almeno per una parte del mercato. Secondo quanto riporta il Nikkei Asian Review, la casa di Cupertino avrebbe già chiesto a due dei suoi principali fornitori orientali – Foxconn e Pegatron – di preparare un piano di lavoro legato a questa possibilità. La prima avrebbe aderito ma la seconda no, a causa dei maggiori costi che comporterebbe.
L’ipotesi di produrre iPhone “Made in USA” è ricorrente perché la cessione all’esterno degli Stati Uniti della produzione comporta anche la mancata generazione di migliaia di posti di lavoro, almeno secondo i più critici. Finora è sempre rimasta una ipotesi teorica ma la prossima amministrazione Trump sembra molto più disposta delle precedenti a fare pressioni in questo senso.
Non che la cosa sia fattibile senza problemi, viene sottolineato da più parti. Probabilmente diversi fornitori di Apple sarebbero disposti a spostare la produzione negli USA pur di non perdere un grande cliente come Cupertino, ma le loro fabbriche operano a ritmi, fattori di scala e costi che invece non sono “spostabili” in un’altra nazione.
Intoltre iPhone non è solo assemblato in Cina, comprende anche numerosi componenti che vengono dalla Cina stessa e che con la produzione in USA dovrebbero essere importati. E il presidente elettro Trump ha ventilato imposte vicine al 50 percento per i beni importati dalla Cina (che ha già minacciato ritorsioni).
Un iPhone prodotto negli USA è stato stimato costerebbe almeno cento dollari in più: è una ipotesi conservativa e comunque su un prodotto che ha già un prezzo “premium” è una somma in più notevole. Ma altre fonti indicano che un iPhone fatto negli USA alla fine verrebbe a costare quasi il doppio. Non certo un bene in un mercato stagnante come quello degli smartphone.