Ormai la grande maggioranza delle reti delle abitazioni e degli uffici è wireless, per ovvi motivi di comodità data la sempre maggiore diffusione di portatili e tablet al posto dei vecchi desktop. Ma questa proliferazione delle reti Wi-Fi non fa sempre bene alle reti stesse: ormai abbiamo “dentro casa” anche reti Wi-Fi diverse dalla nostra propria, che possono influire negativamente sulle sue prestazioni. Nel caso in cui alcune stanze avessero problemi di connessione, come migliorare la copertura Wi-Fi della rete? Le strade principali sono tre, di varia complessità.
Come migliorare la copertura Wi-Fi: gli extender
Se la base wireless principale non riesce a coprire del tutto a nostra abitazione o il nostro ufficio, la scelta spesso più semplice è acquistare un wireless extender. Si tratta di unità semplici e relativamente economiche che si inseriscono in una presa della rete elettrica e operano in maniera apparentemente “stupida”: prendono il segnale Wi-Fi dal router wireless principale e lo replicano in modo che copra zone là dove il router non arriva di suo. La comodità è che la rete appare essere in tutto e per tutto la stessa, anche se è generata da un oggetto diverso.
I wireless extender richiedono solo due accorgimenti. Il primo, banale, è che devono supportare la stessa versione del Wi-Fi che usa la stazione wireless principale, quindi al momento 802.11n oppure – meglio – 802.11ac. Secondo accorgimento, meno ovvio: la posizione ideale di un wireless extender non è all’estremo della copertura della base principale (lì il segnale è già debole) ma più o meno a metà strada fra il centro della rete e il punto in cui questa diventa troppo debole per accedervi.
Come migliorare la copertura Wi-Fi: Powerline
Powerline è la tecnologia per la trasmissione dati attraverso la modulazione di segnali sulla rete elettrica del nostro appartamento o ufficio. I segnali dati convivono con l’alimentazione perché questa è a bassa frequenza (50 Hz) mentre la modulazione dati a frequenze nell’ordine delle decine di MHz. Un adattatore Powerline collegato alla presa elettrica gestisce i segnali alle diverse frequenze passando quelli dati a una porta di rete Ethernet e l’alimentazione “replicando” la presa in cui è inserito. Data la natura del sistema la comunicazione dati richiede sempre coppie di adattatori.
In questo scenario un adattatore Powerline va connesso via Ethernet al router wireless di casa e può dialogare – via impianto elettrico – con un altro adattatore Powerline con funzioni wireless che collocheremo in una presa nella zona poco coperta dal segnale Wi-Fi principale. In questo modo si crea una piccola rete wireless collegata “via cavo” (Ethernet ed elettrico insieme) al router.
I limiti di questo approccio sono principalmente due. Funzionalmente c’è il problema che non si estende la rete Wi-Fi di partenza ma se ne crea un’altra, il che aumenta teoricamente la complessità del sistema. L’altro limite è il costo: serve tutto un kit Powerline, con almeno un adattatore che sia anche wireless. Il costo è in parte compensato dal fatto che si tratta di una soluzione più versatile dei wireless extender.
Come migliorare la copertura Wi-Fi: usare altri router
Solo se abbiamo router wireless in abbondanza – altrimenti i costi salgono troppo – possiamo anche pensare di estendere la copertura della rete Wi-Fi principale usando appunto altri router o base station. Va detto però subito che non si tratta della soluzione più semplice, semmai il contrario.
Se abbiamo in casa alcune basi AirPort di Apple un po’ datate (802.11g oppure 802.11n) possiamo provare a creare quella che a Cupertino chiamavano Wirelessly Extended Network. Il software AirPort Utility poteva configurare queste basi in modo che comunicassero fra loro in Wi-Fi per realizzare una rete “composita” ma con lo stesso identificativo e la stessa password. Apple però non supporta più questa soluzione perché il dialogo fra le basi wireless consumava troppa banda.
Se abbiamo basi AirPort recenti (802.11ac) possiamo creare una “roaming network”. Le basi insieme creano ancora una rete che appare unica, però devono essere collegate via Ethernet al medesimo router (idealmente quello centrale) e non comunicano più fra loro in wireless. Creare una roaming network non è difficile, il punto semmai è che Apple di basi AirPort non ne fa più, quindi la soluzione potrebbe non essere più supportata in futuro.
Peccato, perché usare router wireless generici per creare con semplicità una rete Wi-Fi composita di solito non è possibile. Al di là delle funzioni specifiche che ogni produttore di router può abilitare nelle reti Wi-Fi fatte solo ed esclusivamente con i suoi prodotti, infatti, la funzione standard supportata è di norma solo il wireless bridging: il router principale comunica in Wi-FI con un secondo (e un terzo, un quarto…) router che fa da extender, al quale però ci si può collegare solo via cavo Ethernet e non in Wi-Fi.