Apple ha tradizionalmente puntato su una razionalizzazione delle gamme prodotto ben sapendo, per la sua stessa storia, che avere troppi modelli poco differenziati non aiuta la scelta dei potenziali clienti e nemmeno (soprattutto) fa bene alle economie di produzione di Apple stessa. Così la riduzione della gamma iPad a quattro prodotti non è semplicemente un aggiornamento atteso di un vecchio modello (iPad Air 2) e l’aggiunta di storage a un altro (iPad Mini 4). È anche dare maggiore chiarezza su quale iPad serve potenzialmente a chi.
Le differenze oggi sono più nette di ieri e anche più di quanto non sembri di primo acchito. Un modo per rendersene conto è non guardare ai prodotti singoli ma alle caratteristiche in relazione fra loro e in funzione di potenziali profili d’uso. È così che le differenze tra i modelli i fanno più evidenti e che si capisce meglio a chi sono indirizzati.
1. Lo schermo
La differenza più evidente qui sta nella diagonale. Le scelte sono rimaste quelle classiche: 12,9 pollici se vi serve il quasi-computer a grande schermo (iPad Pro) oppure la dimensione classica e mediamente più apprezzata di 9,7 pollici (iPad Pro e “nuovo” iPad) e quella “portabile” di 7,9 (iPad Mini). In tutti i casi abbiamo davanti un display Retina da 2.048 x 1.536 pixel (2.732 × 2.048 nel caso del 12,9 pollici), retroilluminato a LED, multitouch. Tutto ovvio e palese.
Meno ovvio è cosa intendiamo fare con il nostro potenziale nuovo tablet, perché se siamo veri appassionati o professionisti di grafica o ritocco fotografico la scelta non è così ampia. Il nuovo iPad si mostra evidentemente come il modello low-cost: niente rivestimento antiriflesso e laminazione completa (in parole povere il pannello non è “attaccato” al vetro frontale). E niente display True Tone o gamma cromatica estesa P3, due elementi che ha solo il display del Pro da 9,7 pollici.
Morale: se avere il miglior display possibile al momento è una delle nostre priorità, la scelta è quasi obbligata verso il modello Pro da 9,7 pollici o in subordine quello da 12,9 se vogliamo un grande schermo.
2. La produttività
Se abbiamo intenzione di trasformare il nostro iPad in uno strumento che dia il massimo della produttività – tanto da sostituire frequentemente un Mac o un PC – cercheremo potenza e versatilità, due caratteristiche che sono tutto sommato ben diffuse nella gamma attuale ma anche qui con certe differenze. Prevedibilmente gli iPad Pro da questo punto di vista sono avvantaggiati, d’altronde c’è più di un motivo se si chiamano “Pro”.
La questione potenza mette fuori gioco velocemente il Mini. Non che il suo processore A8 sia male, ma il distacco con gli altri modelli è abbastanza evidente. Il nuovo iPad si difende con una CPU A9 che non rappresenta il top dell’offerta ma quasi: la differenza in performance pura del processore è del 10-15 percento circa rispetto al processore A9X degli iPad Pro, la differenza si vede molto di più nelle prestazioni grafiche (35-45 percento in meno).
La differenza la fanno anche i dettagli, specie lo Smart Connector che permette di collegare direttamente una tastiera agli iPad Pro (quindi non serve avere attivo Bluetooth). E anche la Apple Pencil per chi fa grafica (ma non solo): è compatibile unicamente con gli iPad Pro.
3. La fotografia
D’accordo, il tablet Apple non è esattamente uno strumento fotografico ideale per banali questioni di praticità. Però molti lo usano anche come foto-videocamera e per questa classe di utenti la dotazione relativa dei tablet Apple ha la sua importanza.
Anche qui il Pro da 9,7 pollici stacca gli altri modelli, semplicemente perché è quello progettato più di recente (il nuovo iPad non lo si può definire riprogettato) e quindi ha i componenti migliori. Il che significa soprattutto una fotocamera posteriore da 12 MP con flash TrueTone e apertura massima f/2,2. Gli altri modelli si equivalgono con una fotocamera da 8 MP che arriva al massimo a f/2,4. Una dotazione sufficiente, non esaltante.
La differenza si vede anche nella parte puramente video (iPad Pro da 9,7 pollici è l’unico che registra video 4K e ha l’autofocus continuo) e per la foto-videocamera frontale (da 5 MP invece che solo 1,2).
4. Tirando le somme
Come sempre non esiste un migliore iPad in assoluto, solo quello meglio carrozzato in base a ciò che dobbiamo fare e a quanto vogliamo spendere. A parte le due più ovvie (dimensione del display e ingombro complessivo), le caratteristiche dei tablet vanno valutate sempre dal proprio punto di vista.
Vogliamo genericamente un iPad? Il nuovo da 9,7 pollici è la classica scelta che difficilmente delude. Apple lo ha studiato proprio come iPad per chiunque: costa il giusto, ha componenti evoluti ma non di ultima generazione, il display “classico” è la misura più versatile. E il cartellino del prezzo relativamente leggero lo mette al sicuro dalla concorrenza di altri prodotti che in Italia magari vediamo poco, come i Chromebook in campo education. Non dimentichiamo infatti che il prezzo “vero” del nuovo iPad parte da 329 dollari: aggiungendo le tasse USA e con un cambio effettivo sarebbero circa 350 euro.
iPad Mini 4 è diventato un prodotto di nicchia o quasi. Non lo era, ma lasciando al nuovo iPad il ruolo di modello “entry” si prende quello di tablet per chi cerca compattezza senza troppi compromessi. E infatti giustamente Apple lo offre solo nella versione da 128 GB. Piccolo, ma molto capace.
Gli iPad Pro ora sono nettamente la scelta “seria”. Il cartellino del prezzo nettamente più pesante si giustifica in primo luogo con le caratteristiche tecniche per il modello da 9,7 pollici e con lo schermo per quello da 12,9. Gli Pad Pro non sono i modelli per cui ci si domanda troppo se servano oppure no: a meno di volersi togliere uno sfizio tecnologico, ci si risponde in fretta. Anche perché acquistarli e poi non dotarli della loro tastiera e di Apple Pencil li rende meno produttivi. Magari solo un po’ meno, ma comunque meno.
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