A prima vista l’aggiornamento iOS 10.3 non ha portato grandi novità agli utenti a parte una parziale rivisitazione dell’interfaccia nelle Impostazioni e la funzione per trovare gli auricolari AirPods. In realtà le novità vanno oltre queste, però sono quasi tutte nascoste anche se impattano in maniera rilevante sul funzionamento dei nostri iPhone e iPad.
È il caso quindi di andare un po’ “sotto il cofano”, come direbbero gli americani, e capire cosa Apple ci ha dato con iOS 10.3. Tre elementi hanno particolare rilevanza, soprattutto in prospettiva.
Il filesystem APFS
La vera grande novità di iOS 10.3 è assolutamente trasparente per l’utente. Nel processo di installazione il sistema operativo ha configurato un nuovo filesystem (il modo in cui sono organizzate le informazioni nello storage del dispositivo iOS) passando dal vecchio HFS+ al nuovo APFS. È un acronimo – sta per Apple File System, banalmente – che qualcuno ricorderà perché si era parlato di un passaggio ad APFS anche per macOS al momento della transizione a Sierra.
Quel passaggio non si è in realtà verificato e Apple ha preferito testare il nuovo filesystem prima su iOS. Il motivo è semplice: noi non possiamo intervenire in alcun modo su come iOS gestisce i file e i dati, quindi la configurazione di un device iOS è nota a priori e ci sono poche possibilità di errore nella migrazione da un filesystem all’altro.
I vantaggi di APFS su iOS non sono molto evidenti. Mediamente si stima che l’occupazione di storage da parte del sistema operativo sia minore, ma non ci sono dati poi così coerenti e attendibili in merito. Il vantaggio è indiretto: Apple ha potuto testare APFS in una condizione “controllata” ma comunque su milioni di utenti. Un’esperienza che tornerà utile quando APFS approderà sui Mac – probabilmente nella prossima versione di macOS – con vantaggi più evidenti.
Guerra alle vecchie app
Anche qui la novità è un po’ nascosta e va vista in prospettiva. Se ci portiamo in Impostazioni > Generali > Info > Applicazioni troviamo una schermata Compatibilità App che elenca le applicazioni che “potrebbero rendere più lento” il dispositivo che stiamo usando e che, se non saranno aggiornate, “non saranno compatibili con le prossime versioni di iOS”.
In sintesi, quelle elencate sono app a 32 bit che possiamo ancora usare con iOS 10.3 ma che con tutta probabilità non saranno più gestibili nel prossimo iOS 11. Non è esattamente una novità ma è una ufficializzazione ulteriore del futuro assai gramo che hanno migliaia di app che i rispettivi sviluppatori non stanno aggiornando. Apple fa pulizia.
La sicurezza
iOS 10.3 risolve qualcosa come 75 vulnerabilità più o meno serie che sono equamente distribuite in tutte le componenti del sistema operativo, dalla parte audio alla gestione del testo, da Safari a iTunes Store. Volendo c’è un elenco completo delle potenziali “falle” che Apple ha eliminato.
Quella più famosa e già segnalata riguardava Safari. Era possibile “bloccare” Safari portando il malcapitato utente su una pagina web creata ad hoc con una richiesta di denaro e con codice JavaScript che faceva apparire una sequenza infinita di pannelli. In una condizione del genere non si riusciva a “sbloccare” il browser dalla pagina se non chiudendolo.
Non era un vero malware e per evitare di nuovo il problema bastava cancellare cache e cronologia di Safari, ma comunque è stato assai meglio evitare questa vulnerabilità.