Nel commentare il refresh della linea iMac abbiamo sottolineato che Apple ha fatto una maggiore chiarezza nella distinzione tra gli utenti “nornali” e quelli con necessità o ambizioni professionali. Qualcosa del genere è stato fatto anche per quanto riguarda gli iPad. Dopo due anni circa di flessione delle vendite, Apple mostra con il nuovo iPad Pro 10,5 pollici di aver assimilato che gli utenti di tablet sono ormai nettamente divisi in due fasce e che solo una è davvero in grado di portare a Cupertino i tassi di crescita di una volta.
La fascia base e numericamente superiore degli utenti di tablet è composta degli utilizzatori che potremmo definire “consumer”, anche se è una definizione limitata perché ci sono dentro molti professionisti. Ci sono in effetti tutti gli utenti per cui un iPad non deve fare cose troppo esoteriche, serve per fruire di contenuti multimediali (libri, musica, film…) e permette di svolgere bene molte funzioni, da comporre documenti a navigare il web passando per la posta elettronica e molto altro.
È comunque essenziale presidiare bene questo mercato, che però è molto attento al prezzo. A questo segmento serve l’iPad “liscio” di ultima generazione. Fa tutto quello che deve fare, lo fa bene e a un prezzo che è sì superiore alla media delle alternative Android ma che tiene conto della qualità costruttiva e dei benefici di un sistema operativo più funzionale. Apple può smentirci, ma probabilmente per questa fascia di prodotto in futuro vedremo solo novità tecnologiche incrementali che deriveranno dai modelli Pro.
La seconda fascia di utenti di tablet – a cui è destinata la linea iPad Pro – comprende coloro per cui la parola chiave è produttività. Apple ha sinora messo l’accento sulla produttività in campo grafico, tra l’altro con una Apple Pencil sempre più precisa (alla WWDC la nuova versione con meno latenza nel rilevamento della posizione), ma con le novità di iOS 11 in arrivo è tutta la piattaforma iPad-iOS a crescere di potenzialità.
A questo punto dello sviluppo del mercato, e conseguentemente di iPad Pro, il lancio del modello da 10,5 pollici è un toccasana. Manda in pensione il display da 9,7 pollici che stava un po’ stretto a chi aveva esigenze di produttività – specie per chi opera con piattaforme online – ma senza creare problemi di maggiore ingombro. Mantiene cioè le stesse dimensioni del modello precedente dando però maggiore “spazio schermo” (ben un quinto in più, in cifre) grazie ai bordi più sottili. Una novità che era stata anticipata da tempo ma che è comunque molto interessante per gli utenti potenziali.
Anche il posizionamento di iPad Pro da 12,5 pollici in fondo ne guadagna. Dalla WWDC 2017 esce un modello rinnovato che per quanto riguarda la componentistica è allo stesso livello del nuovo da 10,5 pollici. In particolare ha lo stesso tipo di display e di processore. La differenza la fa solo la dimensione dello schermo, quindi il “grande” iPad Pro si rivolge decisamente proprio a chi ha bisogno di una grande diagonale: chi fa grafica pittorica, specie con Apple Pencil, oppure – app permettendo – fotoritocco, progettazione e attività simili. Il vantaggio rispetto a prima è che la scelta di questo iPad è più libera: non si è più costretti ad acquistarlo se quello da 9,7 pollici non basta.
Schermi a parte, gli iPad Pro crescono anche tecnologicamente. Nell’iPad la tecnologia è sempre stata, più che sul Mac, finalizzata alla funzionalità e quindi nascosta. Ci sono però due novità che vanno evidenziate, anche per le possibili evoluzioni in prospettiva. Il nuovo chip A10X Fusion sfrutta decisamente la concezione a più core (sei in questo caso) in cui la metà è progettata per dare alte prestazioni e l’alta metà per il basso consumo. Questo promette di ottimizzare la durata della batteria a seconda dei carichi di lavoro, usando i core che consumano meno quando non è davvero necessaria una grande potenza.
Vale un ragionamento simile per la tecnologia ProMotion. Come già accade in alcuni monitor, la frequenza di refresh del display viene variata a seconda della necessità, per iPad Pro tra 24 e 120 Hz. L’obiettivo qui è duplice: da un lato consumare meno quando i contenuti da mostrare sono statici, dall’altro supportare contenuti che rendono meglio a frequenze di refresh superiori ai 60 Hz, come i giochi. E chissà, magari un giorno anche la realtà virtuale.
[…] ne ha trattato diffusamente ed è una delle funzioni che aiuta il tablet di Apple, specialmente le versioni Pro, a confrontarsi direttamente con i notebook. Anche per questo Apple non ha portato il drag and drop […]