A descrivere il suo funzionamento sembra davvero un’app fatta apposta per destabilizzare gli appassionati di fotografia su iPhone replicando le scomode (o almeno oggi le consideriamo così) caratteristiche delle fotocamere analogiche usa e getta. Gudak Cam infatti usa un “rullino” che permette di scattare al massimo 24 fotografie. Inoltre il rullino deve essere sviluppato e le fotografie stampate, ciò significa che non vedremo i nostri scatti prima di tre giorni.
A proposito di aspettare, prima di inserire un nuovo rullino nella fotocamera dobbiamo aspettare almeno mezza giornata (più precisamente 12 ore), quindi è necessario tornare a ragionare con attenzione su quello che vale la pena fotografare e quello che, in fondo, magari no. E dal passato analogico Gudak Cam porta anche un mirino davvero essenziale (come quello in plastica di una volta) e le infiltrazioni di luce sulla pellicola.
La logica di Gudak Cam appare poco… logica ma è spiegata chiaramente. “Abbiamo perso l’eccitazione dello scegliere e apprezzare i momenti“, spiegano gli sviluppatori. Per cui forzare il fotografo a scattare poco e impedirgli di intervenire subito sugli scatti con il fotoritocco è un modo per riportarlo ad assaporare il momento in cui è presente.