Lo afferma il Country Manager della filiale Italiana, Mauro Papini, che cita i dati emersi da un’indagine di Ponemon su 3.000 piccole e medie imprese, da cui è stato ricavato il primo indice per valutare la fiducia dei manager IT nelle operazioni di backup e ripristino aziendali.
“Per
le Pmi, Il 2009 e il 2010 sono stati gli anni della
deduplicazione dei dati e della riorganizzazione degli archivi, il 2011 sarà
invece l’anno del cloud storage”. Lo
sostiene Mauro Papini,
Country Manager della filiale italiana di Acronis, il quale è convinto che anche
presso le piccole e medie imprese italiane stia diventando molto pressante
l’esigenza di avere spazi di archiviazione sempre più ampi. “Anche le aziende più piccole – precisa – stanno sperimentando
le medesime necessità delle realtà di grandi dimensioni, senza però avere le
stesse possibilità di spesa o di gestione”.
A suffragio delle affermazioni di
Papini arriva il Global Disaster Recovery Index, il primo
indice del settore nato con l’obiettivo di valutare la fiducia dei manager IT
nelle operazioni di backup e ripristino d’emergenza aziendali.
Tale indice, che è frutto di
un’indagine condotta da Ponemon Group su oltre 3.000
aziende di piccole e medie dimensioni (con meno di 1.000 dipendenti) in 13
nazioni, rivela che le aziende esprimono l’esigenza di una soluzione di backup e
ripristino unica per ambienti fisici, virtuali e cloud. La maggior parte dei
manager IT (68%) concorda nell’affermare che negli ambienti ibridi l’ostacolo
principale è rappresentato dalla necessità di spostare i dati fra ambiente
virtuale, fisico e cloud. Da ciò consegue che ancora oggi un’azienda media
utilizza almeno due o tre soluzioni di backup distinte, che concorrono a
rendere ancor più complicato il disaster recovery.
Con uno dei risultati in assoluto più
bassi, le aziende italiane si collocano molto indietro rispetto a quelle scandinave, tedesche, olandesi e svizzere.
Sebbene tutte le aziende a livello
globale, incluse quelle italiane, ammettano che la protezione dei dati sia una
priorità, assegnano al backup e al ripristino d’emergenza una priorità
inferiore, come evidenzia il fatto che rispettivamente il 53% riconosce di
investire una somma davvero irrisoria in backup o recovery, ovvero la
percentuale più bassa (4%) del budget IT, rispetto a quella di tutti i paesi
coinvolti. In questi paesi si registra inoltre il livello di supporto più basso
da parte del management aziendale(32%).
Gli scarsi investimenti in IT,
combinati alla mancanza di supporto da parte del management, fanno sì che in
Italia non vi siano solide basi in quanto a integrità e affidabilità dei
sistemi di backup e disaster recovery aziendali oggi usati.
I responsabili italiani sostengono
inoltre di avere il personale meno qualificato (32%) e risentono con maggiore
probabilità di inattività sostanziali in caso di incidenti di grave entità
(64%). Fanno registrare inoltre i livelli più bassi in termini di risorse
(28%), tecnologie (33%), controlli e procedure (38%) adottati e documentazione
delle politiche (45%).
Dopo il Regno Unito (60%), le aziende
italiane (53%) sono quelle che dichiarano di non eseguire il backup dei server
virtuali con la stessa frequenza di quelli fisici, quasi tre volte di più
rispetto alle aziende tedesche (21%) e olandesi (20%).
Una nota positiva arriva dal cloud computing. Le aziende italiane prevedono
un aumento del 350% della sua adozione nei prossimi 12 mesi. La maggior
parte delle aziende italiane (58%) prevede inoltre di includere soluzioni cloud
nelle strategie aziendali di backup e recovery nel corso del prossimo anno.
I dati confermano le affermazioni di
Papini: il cloud storage sembra essere una delle priorità per le Pmi italiane,
“le quali – evidenzia il Country Manager di Acronis – in alcuni casi, hanno la
necessità di sostituire i vecchi sistemi di archiviazione su nastro e, in altri
casi, addirittura di avvalersi di un data center, senza pero doversi sobbarcare
costi e complessità di management che una soluzione di questo tipo comporta”.
“A
fronte di queste esigenze, il cloud può rappresentare una valida soluzione –
prosegue Papini – riduce costi e
complessità di gestione, assicurando un elevato livello di sicurezza. Una
proposta come il nostro servizio di Online Backup consente di avere a
disposizione un vero data center, senza comportare l’acquisto
dell’infrastruttura. Inoltre, offre un elevato livello di sicurezza: tutti i
dati sono crittografati e l’utente è l’unico a potervi accedere.
Nemmeno Acronis li può decodificare”.
Attraverso Online Backup, Acronis permette di effettuare la copia di sicurezza del contenuto di uno o più
computer, sia che si tratti solo dei dati più importanti sia che si voglia fare
un backup completo dell’hard disk. “Oltre
a offrire la possibilità di un backup offisite, e quindi al sicuro da eventuali
disastri cui potrebbe andare incontro un server o una workstation –
sottolinea Papini – una soluzione di
questo tipo offre la possibilità di effettuare il restore su macchine diverse rispetto a quelle su cui si è eseguito il backup, eventualmente
anche in location differenti”.
“Inoltre – conclude Papini – una
soluzione cloud come la nostra non comporta sorprese sulle spese: si paga una
tariffa annuale in funzione dello spazio di storage di cui si ha bisogno. E’
Acronis a farsi carico di tutti i costi inerenti la sicurezza e l’aggiornamento e la
manutenzione del data center”.