Agenda Digitale soffia sul fuoco del Governo

Cento pensatori danno cento giorni al presidente del Consiglio. Al vaglio l’ipotesi di un sottosegretario per Internet? Ma oggi sarebbe senza poteri.

Insieme a tante altre minoranze che acquisiscono rilevanza, anche il “popolo di Internet” sta prendendo coscienza e richiede l’attenzione diretta della politica.

Per ora senza le esagerazioni di altre nazioni, Stati o enclave, con la costituzione diretta di veri e propri partiti politici, e senza dichiarazioni ufficiali di Internet diritto dell’umanità, la spinta dal basso per una corretta considerazione della Rete nelle sue varie forme è quanto propone con rinnovato entusiasmo il gruppo di pensatori di varia origine riunitisi in Agenda Digitale.

L’iniziativa è sostenuta da cento firme molto note, tra le quali alcune certo più forti di altre, che collettivamente hanno acquistato una pagina di pubblicità sul Corriere della Sera.

Sono da oggi online una pagina web e una Facebook con un appello al Governo affinché s’impegni concretamente a realizzare entro 100 giorni, ergo entro metà maggio, un’agenda digitale condivisa.

Il XIX secolo è stato caratterizzato dalle macchine a vapore, il XX secolo dall’elettricità. Il XXI secolo è il secolo digitale“, proclama con enfasi la pagina Web, anticipando la richiesta di “eliminare i digital divide, sviluppare la cultura digitale con l’obiettivo di conquistare la leadership nello sviluppo ed applicazione delle potenzialità di Internet e delle tecnologie“.

L’iniziativa sta avendo vasta eco in Rete, ma attraverso il consueto meccanismo dei clic gratis che niente vuol dire, mentre sono molti i commenti critici.
E non è possibile parlare di un’iniziativa di questo tipo nel suo specifico tecnico, senza affrontare il contesto della politica nazionale e dell’economia internazionale.

Patto per la crescita

Proprio oggi il presidente del Consiglio ha lanciato un appello trasversale per la crescita, proponendo a modello le azioni della Germania come suggerito anche da Confindustria.

Potrebbe essere questo un contesto adatto alla spinta internettiana? Forse sì. Tra gli altri commentatori sottolinea Fabrizio dell’Orefice sul Tempo che si tratta d’una opportunità anche per Berlusconi, che potrebbe contemporaneamente farsi amico il popolo di Internet e strapparne in parte il consenso che storicamente va a sinistra.

Si arriva a ipotizzare un sottosegretario ad Internet, figura di indubbio richiamo mediatico ma di ben scarsa rilevanza pratica, visto il meccanismo di suddivisione dei poteri reali all’interno del Governo.

Ovviamente si può arguire che l’obiettivo non sia limitato ad una singola mossa ma teso a soffiare un vento nuovo che abbia molte ricadute dentro e fuori l’arcaica struttura dell’Italia d’oggi.
C’è anche da chiedersi quanto possa valere in pratica un’azione fatta in questo momento politico e con la speculazione internazionale sempre pronta ad approfittare di crolli di credibilità.

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