Small Business Act, le iniziative a sostegno delle Pmi italiane

Dal rapporto stilato dall’Mse sulle attività avviate dai Paesi europei a favore delle Pmi per l’attuazione degli obiettivi fissati dallo Sba, emerge un punto di Pil aggiuntivo in tre anni e 50 mila posti di lavoro in più. Ma le imprese italiane devono ancora affrontare evidenti difficoltà.

Lo Small Business Act: “occorre
anzitutto pensare in piccolo”

L’Unione europea e gli Stati membri hanno riconosciuto
l’importanza economica e sociale delle micro, piccole e medie
imprese nell’Europa a 27. Con la pubblicazione dello Small
Business Act
(SBA) da parte della Ce (giugno 2008),
è stato riconosciuto il ruolo centrale delle Pmi
nell’economia europea. Per raggiungere livelli sempre
più elevati di benessere e prosperità,
l’Ue deve sfruttare il potenziale di crescita e di
innovazione delle PMI, creatrici di occupazione e protagoniste del
benessere delle comunità locali e regionali.
Lo Sba contiene un pacchetto di proposte pensate
in piccolo
” che fissa i 10 principi che
dovrebbero essere adottati dai Governi per garantire il sostegno delle
Pmi (v. box sotto).
Il Ministero dello Sviluppo Economico ha realizzato, a tal fine, il Rapporto
2010
sullo stato di attuazione dello Sba, intitolato
Le iniziative a sostegno delle pmi in Italia e
nell’Europa a 27
”.
Il Rapporto effettua un’analisi comparata delle iniziative che l’Italia
ed i singoli Paesi europei hanno intrapreso a favore delle PMI, sia in
relazione all’attuazione degli obiettivi fissati dallo SBA, che in
risposta alla crisi economica. Dal Rapporto emergono previsioni
positive, cioè un punto di Pil aggiuntivo in tre anni e 50
mila posti di lavoro in più, anche se le imprese italiane
hanno ancora evidenti difficoltà da affrontare.

Small
Business Act – Linee programmatiche di azione

  • Creare un contesto
    normativo ed economico nazionale in cui imprenditori e imprese possano
    sviluppare la propria attività
  • Superare lo stato di
    insolvenza di alcuni imprenditori onesti dando loro “una
    seconda possibilità”
  • Adeguare la produzione
    legislativa alla principio “pensare anzitutto in
    piccolo”
  • Adeguare
    l’intervento pubblico alle esigenze delle Pmi
  •  Rendere le
    Pubbliche Amministrazioni recettive delle esigenze delle Pmi
  • Agevolare
    l’accesso al credito delle Pmi
  • Aggiornare ed
    implementare le competenze delle Pmi ad ogni forma di innovazione
  • Cogliere le sfide
    ambientali e trasformarle in opportunità per le Pmi
  • Attuare una politica
    degli incentivi più stabile e più duratura
  • Incoraggiare e sostenere
    le Pmi sui mercati extra Ue

Attuazione dello Sba: l’Italia
rispetto agli altri Paesi Ue

Con riferimento all’economia italiana, il Rapporto presenta i
diversi principi dello Sba, comparando i dati relativi
all’Italia con la media Ue27 e con quella dei principali
Paesi europei.
In particolare, per ciò che concerne il primo
principio Sba
(“imprenditorialità”),
il sistema delle Pmi italiano si posiziona, nel complesso, allo stesso
livello della media europea. Il posizionamento dell’Italia
risulta invece superiore alla media Ue27 riguardo alla propensione a
lavorare in proprio (39% in Italia rispetto al 31% nell’area
europea), alla quota di imprese ad alto tasso di crescita e al tasso di
sopravvivenza delle imprese.
Gli indicatori relativi al principio “seconda
possibilità”, delineano scenari negativi. Se il
numero di anni in cui chiudono le imprese italiane, è in
linea alla media Ue, la percentuale di cittadini italiani che
è (fortemente) favorevole ad attribuire una seconda chance
all’imprenditore che ha subìto un fallimento
è pari al 71% (rispetto alla quota europea
dell’80%). Inoltre, nel nostro Paese, è
più alta l’incidenza percentuale dei costi di
chiusura (rispetto al patrimonio) che è pari al 22% (a
confronto con la media europea del 10,7%).
Gli indicatori relativi al principio Sba
“pensare in piccolo”
(quota della
normativa vigente a supporto delle Pmi, tempo necessario per
conformarsi agli obblighi amministrativi, insorgere di problemi con la
regolamentazione amministrativa) sono, invece, tutti inferiori alla
media Ue27.
Per ciò che concerne il principio
“Amministrazione recettiva”,
il nostro Paese presenta un valore lievemente inferiore alla media
Ue27, attribuibile principalmente ai costi richiesti per avviare
un’impresa (18% rispetto al 5% della media europea), ai costi di
esecuzione dei contratti, superiori alla media Ue (30% rispetto al 20%)
e al numero di procedimenti per registrare la proprietà (8
contro 5,2). Migliore risulta, invece, la posizione
dell’Italia rispetto all’area europea riguardo al
numero di giorni necessari per iniziare
un’attività (10 contro 17,2) e al numero di giorni
per registrare la proprietà (27 rispetto a 61).
Il Rapporto evidenzia in relazione all’indicatore
“Appalti pubblici e Aiuti di Stato”, che la quota
degli aiuti di Stato totali destinati alle Pmi nel nostro Paese, si
attesta significativamente al di sopra della media europea (37%
rispetto al 10,6%).
Risultati meno positivi, riguardano, invece, il principio
“finanza”
. Due indicatori risultano
significativamente al di sotto della media Ue, ovvero le
difficoltà nell’ottenimento del credito ed i tempi
di attesa medi per i pagamenti. Siamo ancora al di sotto della media
per ciò che concerne la disponibilità di capitale
di rischio per la fase iniziale e di ampliamento e per la quota
prevista di fondi Fesr destinata a sostenere la creazione di imprese e
lo sviluppo nel periodo 2007-2013. I restanti due indicatori
(qualità delle informazioni creditizie e quota prevista di
Fondi strutturali per stimolare l’imprenditorialità e le PMI
nel periodo 2007-2013) sono in linea con la media Ue.
La posizione del nostro Paese risulta significativamente al di sotto
della media europea, infine, secondo l’indicatore
“Competenze e innovazione”. L’Italia
è addietro per ciò che concerne la percentuale di
imprese che vendono o acquistano on-line (12% in Italia rispetto al
23,5% in Europa), la quota del personale delle Pmi con istruzione
terziaria (14% rispetto al 30,4%), la percentuale di Pmi innovative in
cooperazione con altre sul totale delle Pmi (4,3% contro
l’11,6%), la quota di imprese che hanno nuovi prodotti (54,4%
in Italia, 63,8% in Europa). I restanti indicatori, quali la
percentuale di Pmi innovative e la percentuale di fatturato delle Pmi
derivante da prodotti e servizi nuovi o significativamente migliorati,
sono in linea con la media Ue.

Misure a sostegno delle Pmi
La crisi finanziaria che ha attraversato anche il nostro Paese ha
spinto il Governo ad adottare una serie di misure volte alla
risoluzione dei problemi finanziari e di
liquidità
che hanno caratterizzato
soprattutto le Pmi, misure a sostegno dei consumi
ed interventi a sostegno di alcuni settori (si pensi agli incentivi
alla rottamazione di autoveicoli o la detassazione del 50% degli utili
investiti all’interno di specifici comparti produttivi).

Azioni

Interventi/misure

– per il miglioramento dei
rapporti tra Pa ed imprese

Comunicazione Unica, Scia,
Sportello unico attività produttive (Dpr n. 160 del
7.9.2010), Agenzie per le imprese (Dpr n. 159 del 9.7.2010)

– per il sostegno
all’innovazione e all’internazionalizzazione

Potenziamento del Fri con
785 milioni di euro per Contratti di innovazione tecnologica e
industriale, di cui alla legge 46/1982 (Fit ricerca e sviluppo); Simest
– Fondo unico di venture capital Mse

– per favorire la
partecipazione delle Pmi agli incentivi statali e regionali

Riforma degli incentivi
alle imprese (semplificazione modalità e riduzione numero
interventi e quote dedicate alle Pmi) e diffusione del Contratto di
rete.

– per agevolare
l’accesso al credito

Potenziamento del Fondo di
garanzia istituito con la legge 662/1996 e avvio delle
attività del Comitato Nazionale Italiano Permanente per il
Microcredito; Accordo con l’Aifi

Priorità
“imprenditorialità”.

Tra le iniziative previste per favorire la
partecipazione delle Pmi agli incentivi statali e regionali, il Governo
ha attuato il Contratto di rete (Dl
5/2009,convertito nella legge 33/2009). L’applicazione del
Contratto di rete potrebbe, come sottolinea il Rapporto, avere un
impatto molto positivo soprattutto sulle Pmi non solo
nell’incoraggiare lo “spirito
imprenditoriale”, ma anche nel favorire i processi di
aggregazione intorno a progetti ad alto contenuto tecnologico e/o
finalizzati a sostenere le strategie di internazionalizzazione.
Un altro intervento significativo, è costituito
dall’Accordo tra Mse e Unioncamere
(dicembre 2010) che prevede l’apporto di 30 milioni di euro
di risorse finanziarie a favore del sistema camerale per la
realizzazione di progetti che, oltre a prevedere il trasferimento
e la diffusione tecnologica tra le
imprese ed il monitoraggio delle situazioni di crisi delle Pmi,
dovrebbe promuovere la diffusione delle reti
d’impresa
.
Nel Dl 78/2010, sono state previste altre misure dirette a migliorare
l’ambiente imprenditoriale.
In particolare,
il Rapporto segnala la possibilità di applicazione del regime
fiscale estero
, se più favorevole,
per le imprese dell’Ue che intraprendono in
Italia nuove attività nell’arco di tre anni,
ovvero la possibilità di istituire nelle regioni del
Mezzogiorno le zone a “burocrazia zero”, dove i
provvedimenti amministrativi saranno conclusi entro
tempi certi e le imprese potranno beneficiare
di sussidi aggiuntivi erogati dalle autorità locali e di un
trattamento preferenziale nell’attuazione dei
piani di presidio e sicurezza pubblica.

Priorità “seconda
possibilità”.
Per
favorire l’emersione tempestiva della crisi
d’impresa ed incentivare le composizioni negoziali per il
salvataggio delle aziende coinvolte, l’articolo 48
del Decreto Legge n. 78/2010
, ha introdotto alcune
innovazioni alla Legge fallimentare, al
fine di potenziare il ricorso da parte degli operatori ai tre istituti
di risanamento, quali il concordato preventivo,
gli accordi di ristrutturazione dei debiti
(ex art. 182-bis) ed i piani cosiddetti
“attestati”
(di cui
all’art. 67, comma 3 lett. d)). In particolare, le operazioni
relative a questi istituti sono state esonerate dalle azioni
revocatorie e da alcuni reati penali.  stata, inoltre,
prevista la prededucibilità dei crediti derivanti da
finanziamenti erogati nel contesto dei concordati preventivi e degli
accordi di ristrutturazione.

Priorità “Pensare anzitutto
in piccolo”.
 Nel
nostro Paese la semplificazione normativa ha assunto, soprattutto negli
ultimi anni, come rileva il Rapporto in commento, una sempre maggiore
valenza strategica. Con la legge 246/2005, l’attenzione
è stata rivolta alla codificazione, al riordino delle norme
ed all’introduzione della versione italiana del cosiddetto“taglia-leggi”,
uno strumento strategico per il miglioramento della qualità
della regolazione. In attuazione degli articoli 3 e 4 della legge
69/2009 (c.d. “Legge
competitività”) sulla chiarezza dei testi
normativi e sulla semplificazione della legislazione, è
stata prevista, in tempi brevi, la razionalizzazione ed il riordino
dell’intero apparato legislativo, attraverso la redazione di
testi normativi raggruppati per materia, al fine di raggiungere un
grado soddisfacente di conoscibilità e di chiarezza per
tutti gli utenti, soprattutto piccoli, dell’intero panorama
delle regole vigenti.

Priorità “Amministrazione
recettiva”.
Il
nostro Paese, in linea con le Raccomandazioni delle istituzioni
comunitarie, ha fissato l’obiettivo di ridurre del 25%, entro il 2012,
gli oneri amministrativi che gravano sulle imprese. Come rileva il
Rapporto, già nel 2007, sono state avviate le
attività di misurazione tese ad eliminare gli oneri non
necessari o eccessivi rispetto agli obiettivi di tutela degli interessi
pubblici oggetto della legislazione.
In particolare, con il meccanismo del “Taglia
oneri amministrativi
“, introdotto dall’articolo 25 del
Dl 112/2008, convertito nella legge
133/2008, il nostro Governo ha messo a regime il processo di
misurazione e di riduzione degli oneri amministrativi, derivanti da
obblighi di informazione, gravanti sulle Pmi (c.d. “programma
MOA
”), introducendo piani di semplificazione
per ciascuna amministrazione statale.
Inoltre, mediante il Dl 112/2008, all’articolo 38,
è stato emanato, sottolinea il Rapporto, un pacchetto di
disposizioni per la riduzione degli adempimenti ed oneri necessari per
l’avvio di un’attività di impresa (c.d.
Impresa in un giorno”),
compresi la semplificazione ed il riordino della disciplina dello Sportello
unico per le attività produttive
(Suap). Tale Sportello, come è noto, si pone
l’obiettivo di ridurre le cosiddette “barriere allo
start-up” d’impresa, con particolare riferimento
alle micro e piccole imprese su cui gravano maggiormente i costi fissi
d’avviamento.
Con il Dl 185/2008, convertito nella legge 2/2009, si è
proseguito nell’azione di riduzione dei costi amministrativi
gravanti sulle imprese. La norma ha previsto, a tal proposito, che
siano le stazioni appaltanti pubbliche ad acquisire d’ufficio
dagli istituti o dagli enti abilitati al rilascio, il Documento
unico di regolarità contributiva
(Durc) in
tutti i casi in cui è richiesto dalla legge. Sono state
introdotte, inoltre, alcune disposizioni per agevolare
l’utilizzo della Posta elettronica certificata
(Pec), quale strumento ordinario di comunicazione da parte delle
imprese con la Pa.
Con la legge 69/2009 e con il successivo
regolamento di attuazione (Dpcm 6 maggio 2009) sono state integrate e
rese operative le disposizioni per la riduzione degli adempimenti ed
oneri necessari per l’avvio di
un’attività di impresa (“Impresa in un
giorno”). Dal 1° aprile 2010, infatti, le
comunicazioni di nascita, modificazione e cessazione di impresa devono
essere presentate, unicamente per via telematica o su supporto
informatico, all’Ufficio del Registro delle imprese,
attraverso il progetto ComUnica”.
Con la comunicazione unica, già prevista dalla legge
40/2007, è possibile, con un solo “click”, effettuare
iscrizioni e variazioni di dati d’impresa richiesti dai vari uffici
amministrativi, in modo che l’intero iter amministrativo
necessario per l’avvio, la trasmissione e la cessazione
d’impresa faccia capo ad un solo soggetto, indipendentemente
dalle singole competenze nazionali e locali.
Il Dl 78/2010, convertito nella legge
122/2010, ha riformato l’articolo 19 della legge 241/90
introducendo, in luogo della Dichiarazione di inizio
attività (Dia), la Segnalazione certificata
di inizio attività (Scia).
Grazie a tale
procedimento, in luogo degli accertamenti d’ufficio previsti
dalla Dia, sarà sufficiente uno schema di autocertificazione
per l’ottenimento di ogni atto di autorizzazione, licenza,
concessione non costitutiva, ecc. Grazie a tale innovazione
amministrativa di semplificazione, implementata attraverso
l’infrastruttura dello Sportello unico, sarà
possibile contenere al massimo i tempi di espletamento delle pratiche
per l’avviamento di un’attività.
Al fine di facilitare l’accesso delle Pmi al mercato della
domanda pubblica, favorendo anche l’utilizzo degli strumenti
telematici di gestione degli appalti pubblici, come il Mercato
Elettronico della Pubblica Amministrazione, è in via di
definizione, inoltre, un Protocollo d’Intesa tra il Ministero
dello Sviluppo Economico, il Ministero dell’Economia e
Finanze e la Consip. In particolare, sono stati individuati alcuni
potenziali ambiti di collaborazione sul tema della razionalizzazione e
dell’innovazione dei processi di acquisto di beni e servizi,
che prevedono, tra gli altri, comuni azioni informative verso le Pmi
sui temi degli appalti pubblici e della fatturazione elettronica.
Infine, al fine di migliorare la situazione delle Pmi, la Ce ha
disposto la proroga al 2011 degli Aiuti
di Stato
(misure di accesso ai servizi finanziari per
le Pmi, prestiti agevolati e iniziative di finanziamento per prodotti
ecologici ed energia green).

Priorità
“Finanza”.
Nel sostenere e
facilitare l’accesso al credito delle PMI, soprattutto
durante la grave crisi, un ruolo rilevante è stato svolto,
come sottolinea il Rapporto, dal Fondo di garanzia ex
lege
662/96
. In particolare, nel corso del
2009, questo strumento è stato rifinanziato (di circa 1,6
miliardi di euro per gli anni 2008/2012) con due interventi: il
Dl 5/2009, convertito nella legge 33/2009 e il Dl
185/2008, convertito nella legge 2/2009.
Alla fine di maggio del 2009, è stata stipulata, inoltre,
una Convenzione tra Abi e Cassa
depositi e prestiti
in virtù della quale la
Cassa ha messo a disposizione del sistema bancario un plafond di
risorse finanziarie (per complessivi 8 miliardi di euro) che le banche
aderenti all’iniziativa utilizzano per concedere alle Pmi, a
condizioni di favore, finanziamenti di durata superiore a 12 mesi.
Il Rapporto 2010, rileva inoltre che, nell’ Agosto 2009
è stato raggiunto un Accordo tra Governo-Banche-Imprese,
grazie al quale è stata disposta la moratoria
sui debiti delle Pmi
, al fine di mantenere presso le
imprese con adeguate prospettive economiche una liquidità
sufficiente per consentire il superamento della fase più
acuta della crisi. A tale scopo è stata prevista la
sospensione per 12 mesi del pagamento della quota capitale delle rate
di mutui e della quota capitale implicita nei canoni di leasing,
nonché l’allungamento di 270 giorni delle scadenze
dei crediti a breve termine, per sostenere le esigenze di cassa delle
imprese, con riferimento alle operazioni di anticipazione su crediti
certi e esigibili.
Come misura a sostegno dei processi di patrimonializzazione delle Pmi
italiane, è sorto nel marzo del 2010, il Fondo
nazionale d’investimento
su iniziativa del
Ministero dell’Economia. Il Fondo con una dotazione iniziale
di 1,2 miliardi di euro è rivolto soprattutto ad aziende con
fatturato tra i 10 e i 100 milioni di euro con una vocazione alla
crescita all’estero.
Al fine di attenuare, almeno parzialmente, i gravi problemi di
liquidità delle imprese italiane sono state, inoltre,
adottate altre misure per velocizzare i pagamenti
da parte dello Stato nei confronti delle imprese.
In
particolare, il decreto anticrisi (Dl 78/2009, convertito nella legge
102/2009), prevede, all’articolo 9, l’introduzione
di una serie di misure organizzative per garantire il sollecito
pagamento alle imprese delle somme dovute dalle P.A. per forniture,
appalti e somministrazioni e sanare i debiti pregressi.
Infine, con la legge di stabilità 2011 è
stato istituito un Fondo di 60 milioni di euro per l’anno
2011 per il pagamento degli interessi passivi
maturati dai Comuni per il ritardato pagamento dei fornitori. Il
problema relativo ai ritardi dei pagamenti da parte delle Pubbliche
Amministrazioni investe, in realtà, l’intera area
europea. Al riguardo si segnala la Direttiva della Ue del settembre
2010 sulla base della quale le fatture si dovranno pagare entro un
mese, sia per il settore pubblico che per il privato. L’interesse da
pagare, come compensazione per il ritardo, sarà dell’8% del
totale della fattura. I singoli Paesi della Ue avranno poi due anni per
recepire negli ordinamenti nazionali la nuova norma.

Priorità “Competenze e
innovazione”.
Tra gli interventi attivati in
tale ambito, il Rapporto 2010 rileva, in primo luogo il Fondo
Nazionale per l’Innovazione
(Dm 10 marzo 2009)
sorto per favorire la partecipazione delle PMI al sistema diproprietà
industriale ed il rafforzamento del brevetto italiano,
nonché afavorire la
trasferibilità dei titoli della proprietà
industriale e la loro capacitàdi
attrarre finanziamenti, anche dall’estero.
Il Dm del 22 dicembre 2009,inoltre, ha
avviato il finanziamento di progetti realizzati in aree
sottoutilizzate, volti alla promozione e diffusione
di tecnologie presso le Pmi,
nonché all’avvio di start-up hi-tech
attraverso il Bando promosso dal Mse nell’ambito del Programma
Riditt
– Rete italiana per la diffusione
dell’innovazione e il trasferimento tecnologico alle imprese.
Un’altra iniziativa importante è rappresentata dal
Fondo High Tech (legge 311/2004, art. 1,
comma 222), il quale ha
l’obiettivo di favorire l’afflusso di capitale di rischio
verso Pmi innovative localizzate nelle aree sottoutilizzate, con il
conseguente rilancio dell’innovazione tecnologica e di
processo nel Mezzogiorno.

Priorità
“Ambiente”.
Tra
le iniziative più significative attivate nel nostro Paese in
tema “ambientale”, il Rapporto rileva il Sistri,
il nuovo sistema informatico di controllo della gestione dei rifiuti
(Dm 17 dicembre 2009) istituito dal Ministero dell’Ambiente.
Come è noto, tramite unachiavetta
Usb contenente un software per l’identificazione, di cui
dovranno dotarsi tutte le imprese del settore, potranno essere
effettuate le operazioni di carico e scarico dei rifiuti, consentendo
il controllodel percorso degli stessi in
tempo reale.
Quale altra iniziativa, il Rapporto rileva la promozione
dei Sistemi di gestione
ambientale nelle
Pmi
, ultimamente rifinanziata dal Ministero
dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare.
Con la legge di stabilità 2011, infine,
è stato prorogato al 2011 il finanziamento
dell’eco-bonus relativo alle
ristrutturazioni edilizie e alla riqualificazione energetica, nella
misura del 55%, ripartito su 10 anni.

Priorità
“Internazionalizzazione”.

La ridotta dimensione delle imprese italiane rappresenta
un ostacolo alla loro capacità di affrontare ed imporsi sui
mercati esteri. In tale direzione, la legge n. 99/2009 ha
previsto l’istituzione di un Fondo Rotativo.
Tale Fondo, gestito dalla Simest, è volto a sostenere la
fase di start-up delle Pmi che si aggregano per
la realizzazione di un progetto comune di internazionalizzazione.
Sempre per favorire l’internazionalizzazione delle imprese,
la legge sviluppo, come sottolinea il Rapporto,
ha previsto che le Regioni possano assegnare in gestione alla Simest i
propri Fondi rotativi con
finalità di venture capital, per
acquisire partecipazioni fino a un
massimo del 49% del capitale o fondo sociale (se i Fondi
rotativi sono assegnati da Regioni del Mezzogiorno, le quote di
partecipazione possono raggiungere il 70% del capitale o fondo sociale).
Gli altri interventi disposti dalla legge sviluppo sono
finalizzati, tramite specifiche deleghe date al Governo (da attuare
entro il mese di febbraio del 2011), al riassetto delle
disposizioni vigenti in materia di
internazionalizzazione
delle imprese
ed alla ridefinizione, al riordino ed
alla razionalizzazione degli enti operanti a sostegno delle imprese
italiane all’estero.
Le Regioni Convergenza del Mezzogiorno
risultano, inoltre, destinatarie di una specifica misura
di assistenza tecnica
che, a fronte di un contributo
comunitario di oltre 5 milioni di euro per il periodo 2010-2011 a
valere sul Pon Governance e Assistenza Tecnica (Fesr), è
finalizzata ad aumentare il grado di internazionalizzazione dei sistemi
economico-produttivi locali attraverso una maggiore integrazione e un
più efficace coordinamento degli interventi centrali e
regionali in materia
A valere sul Fondo rotativo 394/81,
inoltre, sono state messe a disposizione risorse pari a 300 milioni di
euro finalizzate prevalentemente a finanziare programmi di innovazione
e di semplificazione delle Pmi per l’inserimento
sui mercati esteri extra Ue
.
Infine, per supportare gli investimenti in aree strategiche quali, ad
esempio, Cina, Federazione Russa, Africa, America centrale e
meridionale, è disponibile per le imprese italiane il Fondo
pubblico di venture capital
il cui intervento si
aggiunge alla normale quota di partecipazione della Simest
all’iniziativa effettuata sulla base della legge 100/90.

Legge annuale sulle Pmi
Con la Direttiva del Presidente del Consiglio dei Ministri del 4 maggio
2010 sullo Sba, sono state previste una serie di iniziative tra cui,
particolare importanza riveste l’istituzione di una legge
annuale sulle Pmi
.
La proposta di disegno di legge del Ministro per lo Sviluppo Economico
deve essere presentata ogni anno e prevedere interventi volti a
promuovere e garantire la competitività delle micro, piccole
e medie imprese. Per il 2010, la proposta avanzata dalla Direzione
Generale per le Pmi e gli Enti cooperativi del Mse, è
attualmente al vaglio dell’Ufficio legislativo del Ministero.
L’attuale proposta Mse si compone di 13 articoli, che
contengono interventi per favorire le varie forme di aggregazione delle
imprese, introdurre significative semplificazioni in campo
amministrativo e agevolare la successione e trasmissione
d’impresa.

 

(per maggiori approfondimenti vedi Finanziamenti e credito, Novecento
Media)

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