Popolo della rete contro AgCom: tra luddismo e censura

Si fa sempre più acceso il dibattito tra l’AgCom e gli oppositori del provvedimento che dal prosismo 6 luglio potrebbe dettare nuove regole e assegnare nuove deleghe nella tutela del diritto d’autore.

”Immaginate che un giorno intere sezioni della vostra biblioteca vengano rese inaccessibili. Non vi verrà mai detto quali specifici libri, e per quale ragione sono stati rimossi, ma troverete solo un cartello che vi informa che qualcuno, da qualche parte, per qualche ragione, ha segnalato che i libri di quella sezione violano i diritti di qualcun altro. Immaginate che anche dagli scaffali accessibili della biblioteca qualcuno rimuova costantemente libri senza che voi o gli altri altri utenti della biblioteca, possiate sapere quali volumi sono stati rimossi, e senza che vi sia data la possibilità di valutare se la rimozione di tali libri viola alcuni dei vostri diritti fondamentali”.
Così inizia, ne avevamo dato conto lo scorso mese di febbraio, l’appello che associazioni e privati cittadini stanno indirizzando ai Parlamentari perché fermino il provvedimento che dal prossimo 6 luglio potrebbe dare all’AgCom, l’autorità Garante per le Comunicazioni, ampia delega sull’esercizio del diritto d’autore e delle comunicazioni in rete.

Le proteste erano scattate fin dalla metà del mese di febbraio, grazie agli interventi di Agorà Digitale, Altroconsumo, Adiconsum, Assonet, Assoprovider e dello Studio Legale Sarzana.
In base alle linee guida del provvedimento che l’AgCom si appresta a varare, qualora il titolare dei diritti di un contenuto audiovisivo dovesse riscontrare una violazione del suddetto diritto su un sito, un portale, un blog, potrebbe semplicemente presentare la propria istanza al gestore, vale a dire direttamente all’Isp, il quale, in caso di fondatezza, sarebbe obbligato a rendere irraggiungibile il sito “colpevole”.
Tutto questo senza passare per il sistema giudiziario, all’insaputa del proprietario del sito e indipendentemente dalla ubicazione fisica del server: il provvedimento si applica anche ai siti gestiti su server stranieri.

Nei giorni scorsi il dibattito sul tema ha assunto toni piuttosto infuocati.
Il 14 giugno è stato infatti presentato presso la Camera dei Deputati il “Libro Bianco su copyright e tutela dei diritti fondamentali sulla rete internet” a firma dell’avvocato Fulvio Sarzana, contenente contributi di Marco Scialdone, Paolo Brini, Luca Nicotra, Marco Pierani, Mauro Vergari, Stefano Quintarelli, Luca Annunziata, Gaia Bottà, Mauro Alovisio, Dino Bortolotto, Giovan Battista Frontera, Giulia Aranguena de la Paz, Centro Studi Informatica Giuridica Torino, Fabrizio Ventriglia.
Nel testo, il tema del diritto d’autore viene affrontato, proprio alla luce della proposta dell’AgCom, nei suoi molteplici aspetti, giuridici, tecnologici, sociali, politici, economici.

A stretto giro di posta, due Commissari dell’AgCom, Stefano Martusciello e Stefano Mannoni, rispondono al Libro Bianco con una intervista pubblicata il 16 giugno su Milano Finanza, accusando i promotori dell’iniziativa di dar vita a ”tirate di propaganda e disinformazione, nella malcelata speranza di raccogliere facili consensi presso un pubblico della rete pronto a drizzare le orecchie ogniqualvolta si paventino minacce alla propria autonomia”.

Una battaglia senza esclusione di colpi, dal momento che le posizioni delle due controparti, l’AgCom da una parte e il “popolo della rete” dall’altra, sono diametralmente e culturalmente opposte, tanto è che c’è chi parla di posizioni luddiste da parte del Garante, che non tengono in alcuna considerazione i cambiamenti avvenuti in questi anni e del nuovo ruolo economico della rete.
Il pericolo paventato è quello che il provvedimento dell’AgCom sia solo il primo passo per una deriva censoria sulla rete.
In attesa di leggere il provvedimento, la prossima settimana, il dibattito si può seguire qui.

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