La nuvola porta nuove competenze e l’azienda agile deve verificare gli Sla prima della firma del contratto e durante l’erogazione del servizio, magari con un un cloud manager.
Cloud Symposium, l’evento Idc svoltosi a Milano la scorsa settimana, recitava in sottotitolo “Dalla Teoria alla Pratica”, facendo riferimento al nutrito parco di case history e ai focus group del pomeriggio.
La giornata di lavoro partiva da argomenti di base e via via approfondiva; la stessa presentazione di Henry Morris, Senior Vp Idc Usa, è stata a spettro largo: “Transformation Through Cloud, Social, Mobile and Big Data”.
La socialytics, analisi dell’uso sociale dei dati odierni, evidenzia tre macroaree dati: aziendali (collegati al cliente), web e sociali. Le tre aree sono leggermente sovrapposte e il valore maggiore è nell’intersezione. Ma è difficile, se non impossibile, avere strumenti e competenze ottime in più aree contemporaneamente.
Acquistare capacità Ict a consumo può modificare il conto economico, ma non aumenta le competenze nei settori specifici. Ma è proprio la competenza che si sta spostando nel cloud, e il provider la fornisce compresa nel servizio. “Il cloud porta nuovi ruoli con nuove competenze”, concorda Gennaro Panagia, Cloud leader Ibm, “e spesso le attività collegate alla nuvola vanno affidate ad un manager a parte, che ascolta le richieste aziendali e riporta direttamente al Ceo”.
Spesso il nuovo paradigma viene proposto come fonte di risparmio e ristrutturazione dei costi, ma certo “il Capex non si annulla”, aggiunge Antonio Baldassarra, Ceo di Seeweb; “sarà banale, ma per ridurre i costi bisogna investire”.
E allora qual è il vantaggio di questo specifico cambiamento? “L’agilità del business“, conclude Baldassarra; un concetto non nuovo ma solido, che si ritrova anche nei “processi flessibili” evocati dal Business Program Manager di Fujitsu, Mario Guarnone.
“I clienti chiedono sicurezza e prestazioni”, riassume Albert Zammar, Sales Manager Riverbed: “per garantirsi la governance, i clienti devono adottare strumenti propri di verifica degli Sla proposti dai fornitori”.
I livelli di servizio possono essere la chiave di successo o di insuccesso di un rinnovamento strategico. “I fornitori propongono contratti bloccati, anche se diversi tra loro”, spiega Lorenzo de Martinis, Partner di Baker McKenzie, “non sempre vicini alle necessità specifiche del cliente”.
Con i contratti bloccati cambia anche la figura dell’avvocato, che diventa un consulente intermedio tra Cio e legale, che spiega pro e contro dei vari contratti di servizio offerti al cliente come risolutivi.
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