It as a Service: la via per salvare l’Italia dalla stagnazione

Aspettative disattese per la spesa It italiana. Ma nella sesta edizione del Rapporto stilato da NextValue per l’Associazione nazionale delle imprese Ict, la crescita per i servizi It erogati in modalità cloud computing si appresta a superare quota 32%.

Nessuna consolidata ripresa. È questo il primo dato che balza agli occhi scorrendo il sesto Rapporto Assintel che, nell’edizione 2011, con buona parte dell’anno ormai alle spalle, rivede in negativo “i robusti segnali di recupero” destinati a rimanere un lontano appannaggio dei primi tre mesi dell’anno per lanciarsi in una previsione che, nella migliore delle ipotesi, porterà la spesa It complessiva del nostro Paese a toccare quota +2,2%.

Il ché, a ben guardare, secondo NextValue, che come ogni anno firma il Rapporto, resta “pur sempre il segnale di un trend di miglioramento” dopo il -7,6% registrato nel 2010.

Ma andiamo con ordine.
Dati alla mano, a migliorare è l’intero comparto software (+3,6% l’incremento previsto rispetto al 2010), mentre con una previsione di spesa pari a 5.794 milioni di euro, in decrescita dello -0,8% rispettto a un anno fa, hardware e assistenza tecnica contengono le perdite rispetto al -19,1% di un anno fa ma continuano a pagare gli oneri della virtualizzazione e di un’ormai consolidata riduzione dei canoni di assistenza.

Complice “una lieve ripresa degli investimenti in innovazione”, i servizi It archiviano una crescita del 2,4%, mentre il cloud computing conferma il ruolo principe assegnatole dagli analisti di mercato che, però, in Italia, è valido solo se riferito a grandi industrie e a poche frange delle micro imprese e dell’utenza professionale.
Vera novità introdotta nel Report di quest’anno, i servizi offerti in cloud computing sono stati scorporati dal mercato complessivo dell’It, portando a +32% le previsioni di crescita rispetto al 2009, quando il fenomeno era pressoché “insignificante”.

Così, nonostante il quadro disegnato nel Rapporto Assintel 2011 abbia il sapore della stagnazione, non mancano aree di opportunità giudicate interessanti. In tal senso, se la crescita complessiva dell’intero comparto software è “in buona misura imputabile all’ottima performance del middleware” (+4,8% le stime di crescita del 2011), a rappresentare l’area di maggiore novità sono senz’altro tutte le architetture a supporto di Collaboration e Mobile.

D’accordo, l’analisi della classe dimensionale dei clienti It in Italia, conferma che il 51% della spesa globale in questo comparto resta appannaggio delle prime 1.200 realtà che, per dimensione, non possono che corrispondere a grande industria e banche (che hanno ricominciato a investire in It con ritmi compresi tra il 2 e il 3%), ma anche Pa e Relco.

Al contrario, Sanità ed enti locali restano in zona rossa peccando di miopia negli investimenti nonostante le aree su cui investire siano profilazione clienti, supporto e innovazione delle attività di business con una destinazione dei budget nelle mani dei Cio che guarda sì al mantenimento e alla gestione dell’esistente, ma anche all’adeguamento a leggi e provvedimenti.

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