Dettagliati e replicabili: i progetti Pubblici battono quelli privati

Alla prima edizione del contest organizzato nel nostro Paese da Cionet Italia, i riconoscimenti di Cio Technology Driven, Cio Client Driven e Cio Strategy Driven sono stati assegnati ad Agenzia delle Dogane, Fondazione Enasarco ed Expo2015.

Bravi a realizzare un utilizzo puntuale di tecnologie innovative per ottemperare i progetti. Bravi a supportare i clienti esterni o interni che siano. Bravi a coadiuvare l’esecuzione delle strategie aziendali.

Se qualcosa di buono la prima edizione del Cionet Italia Award 2012 ha messo in luce è la capacità della Pubblica amministrazione di casa nostra di pubblicizzare bene (era ora) quel che di innovativo fa.

Lo dicono i risultati del contest tutto nostrano che, sulla falsa riga di quanto già avviene all’interno della business community più numerosa d’Europa (e pronta, per bocca del suo fondatore Hendrik Deckers ad allargare entro la fine di quest’anno anche a Svezia, Portogallo e Lussemburgo il novero dei 10 Paesi in cui Cionet è già presente – ndr), ha visto salire sul palco la responsabile sistemi informativi e direttore della Direzione Centrale Tecnologie per l’Innovazione in Agenzia delle Dogane, Teresa Alvaro.

A lei, tra gli altri, il riconoscimento di Cio Technology Driven per il progetto denominato Il Trovatore
che, basato su tecnologia in radio frenquenza, è risultato in grado di monitorare
i container che sbarcano nelle aree portuali sul territorio italiano
«senza creare interruzioni di servizio».

Ma non solo.
L’aver portato una cultura orientata al cliente e al servizio
trasferendo online non solo i versamenti dei contributi sul Web, ma
anche la domanda di pensione e qualunque altro tipo di servizio erogato, sono valsi a Gianluca Moretto, direttore organizzazione e sistemi informativi di Fondazione Enasarco (realtà privatizzata nel 1997 ma ancora con “alcune caratterizzazioni tipiche degli entri pubblici” per ammissione del suo stesso referente) il riconoscimento di Cio Client Driven.

Enti pubblici avvezzi a dettagliare formalmente ciò che fanno
Ma al di là delle singole realizzazioni a cui daremo spazio in altrettanti approfondimenti, a colpire è la constatazione che, delle 42 candidature spontanee pervenute online dopo la call for ai 420 iscritti alla community italiana di Cionet, solo 11 hanno superato gli “stringenti” prerequisiti di ammissione al contest.

Il medesimo al quale le candidature da parte di Cio di aziende private non sono mancate «anche se per numerose di loro – come evidenziato da Alfredo Gatti in qualità di managing director di Cionet Italia – le singole iniziative e i rispettivi risultati non sono stati accuratamente descritti e, per questo, scartati già in una prima fase».

«A fronte di progetti dal titolo estremamente accattivante – è l’ulteriore conferma di Paolo Pasini, professor Sda Bocconi, qui nelle vesti di research partner –, in numerosi casi, a mancare, sono state le informazioni utili ai fini del punteggio valutativo dello script inviato ai partecipanti e, in questa forma, uguale per tutti».

La replicabilità su scala europea dei progetti paga
A pesare negativamente secondo Pasini, sarebbe stata la scarsa capacità di «sintetizzare l’essenza dei progetti finalizzata alla condivisione degli stessi sia con non addetti ai lavori, sia con chi non appartene al medesimo contesto aziendale».

Non è il caso di Matteo Veneziani che, in qualità di direttore dei sistemi informativi di Expo2015, ha avuto la meglio suo omologo in Gruppo Amadori, Gianluca Giovannetti, aggiudicandosi il Cionet Italia Award 2012 nella categoria Cio Strategy Driven, «a riprova – è la conclusione di Gatti – che anche i progetti nati in ambienti start up ma rispondenti a regole definite, in questo caso dalla Regione Lombardia e dal Comune di Milano, possono trovare replica ben oltre il solo ambito della Pubblica amministrazione di casa nostra».

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