Spetterà a Lucy Koh, giudice della corte californiana di San José, emettere nel giro di qualche giorno il verdetto definitivo sulla causa che vede le due aziende accusarsi vicendevolmente di plagio.
Una giuria californiana composta da nove persone inizierà
quest’oggi a esprimersi sulla vicenda che vede contrapporsi Apple e Samsung
nelle aule di tribunale con un’accusa reciproca di plagio dei prodotti e di
violazione dei brevetti rispettivamente registrati.
Sul piatto ci sono miliardi di dollari di risarcimento danni, a
seconda di quale sarà la sentenza emessa in via definitiva dal giudice Lucy
Koh.
Non si tratta dell’unica vertenza legale che ha come
protagoniste Apple e Samsung dal momento che le due aziende, presso i tribunali
di mezzo mondo, hanno presentato, l’una nei confronti dell’altra, svariate
denunce. La decisione che verrà presa nello stato della California, a San José,
nel cuore della Silicon Valley e a due passi dal quartier generale di Apple, è
senza ombra di dubbio la più importante e, certamente, quella che sino a oggi
ha suscitato il maggior interesse.
I legali di Apple e Samsung hanno presentato alla corte le
argomentazioni finali in attesa del giudizio. Harold McElhinny ha sostenuto la
tesi di Apple definendo i prodotti del colosso coreano come una copia spudorata
degli iPhone. Ne sarebbero la prova anche alcune comunicazioni interne fra
dipendenti Samsung che avevano come focus la discussione sui punti di forza
degli iPhone e alcuni aspetti del design del dispositivo ritenuti
“rivoluzionari” da parte della stampa.
Secondo Apple, a partire da giugno 2010, Samsung avrebbe venduto
negli Stati Uniti 22,7 milioni di smartphone le cui caratteristiche
violerebbero i brevetti registrati dalla Mela. Sulla base di tali irregolarità,
i legali di Apple hanno chiesto la corresponsione – da parte di Samsung – di
2,75 miliardi di dollari sotto forma di risarcimento danni.
Charles Verhoeven, legale di Samsung, non ha negato la
somiglianza con alcuni dispositivi di Apple. Anzi, ha osservato come i punti in
comune tra alcuni prodotti a marchio Apple e alcuni device di Samsung
rispecchino la naturale evoluzione in campo “mobile”. Secondo la tesi
di Verhoeven, inoltre, non ci sono prove che i consumatori siano stati in
qualche modo confusi nella scelta dello smartphone da acquistare.
Per Verhoeven il motivo per cui
Apple non sarebbe riuscita a portare dinanzi al giudice alcuna prova è che non
ve ne sarebbe nemmeno una. Apple “sta semplicemente cercando di mettere
i bastoni tra le ruote alla principale azienda concorrente cercando di impedire
che questa possa offrire ai consumatori ciò che questi desiderano, smartphone
con uno schermo ampio“, ha commentato il legale di Samsung sostenendo
che azioni come quelle promosse da Apple rappresenterebbero una minaccia per
l’innovazione e il business industriale nell’intero territorio statunitense.
“Piuttosto che assumere un atteggiamento competitivo sul mercato, Apple
sta preferendo le vie legali per sbarazzarsi della concorrenza“.