Destando grande scalpore, il Congresso degli Stati Uniti ha emesso una risoluzione in cui consiglia agli enti governativi e alle aziende americane di evitare di stringere accordi con le due società cinesi
Stati Uniti e Cina sembrano essere
di nuovo ai ferri corti. Il Congresso degli Stati Uniti (U.S. House of
Representatives Intelligence Committee) ha infatti emesso una risoluzione
che ha destato grande scalpore: i dispositivi prodotti da società cinesi quali Huawei
e ZTE dovrebbero essere messi al confino. In forza di quanto emerso
dalle indagini disposte dal Congresso, i responsabili del gruppo di lavoro che
si occupano di tematiche strettamente collegate con la difesa degli interessi
dei cittadini e delle imprese a stelle e strisce hanno affermato che consiglieranno
agli enti governativi e alle aziende USA di evitare di stringere accordi con
Huawei e ZTE. Il rischio sarebbe quello di spionaggio industriale.
Secondo la tesi del Congresso degli
Stati Uniti, società come Huawei e ZTE sarebbero succubi del governo cinese che
potrebbe disporre l’implementazione di software utilizzato per attività di
spionaggio a danno di società USA.
“Le aziende in questione
non hanno fornito risposte esaurienti sui loro rapporti con il governo cinese.
Questo comportamento fa sollevare numerosi dubbi sulle loro intenzioni di
adeguarsi alle disposizioni internazionali“, si legge in una nota del
Congresso.
Sia Huawei che ZTE hanno contestato
la risoluzione del Congresso sottolineando invece come si siano attivate per
collaborare con gli investigatori statuntensi. Secondo Huawei il Congresso non
ha motivato le sue deduzioni in modo chiaro non portando alcuna prova a
sostegno delle sue asserzioni. “Abbiamo cooperato in maniera aperta e
trasparente, (…) i nostri responsabili hanno fatto diversi viaggi per
incontrare – faccia a faccia – gli incaricati del Congresso, sia a Washington,
sia a Hong Kong, sia a Shenzhen. Abbiamo aperto i nostri stabilimenti di
ricerca e sviluppo, formazione e produzione, fornito documentazione, la lista
dei manager e dei dirigenti degli ultimi dieci anni insieme con i dati relativi
alle vendite dal 1987 ad oggi (…)“, osserva Huawei. “Crediamo
che l’unico obiettivo, a questo punto, sia quello di bloccare la concorrenza e
mettere i bastoni tra le ruote alle aziende cinesi che vogliono fare business
nel mercato statunitense“.
Sostanzialmente identiche le
reazioni di ZTE che ha parlato di un comportamento che mina la libera
concorrenza, riduce l’occupazione negli Stati Uniti e non protegge la sicurezza
nazionale.
I “suggerimenti” del
Congresso potrebbero comunque avere un pesante impatto sul mercato: Huawei è il
secondo produttore al mondo di apparati destinati alle telecomunicazioni mentre
ZTE il quarto.