Il futuro di NFC

I principali operatori di telefonia mobile (Telecom Italia, Vodafone Italia, Wind, 3 Italia e Poste Mobile) si sono accordati per sviluppare una piattaforma comune che consenta di portare i pagamenti in mobilità agli utenti italiani. La tecnologia? NFC, supportata da tutti tranne che da Apple.

La tecnologia NFC (“Near Field Communication“) fornisce connettività wireless a corto raggio (10 centimetri circa) ed è oggi sempre più integrata negli smartphone e nei cellulari di ultima generazione (tranne che nei dispositivi a marchio Apple). NFC è stata progettata, in primis, per trasformare il telefonino in un vero e proprio “borsellino elettronico”: gli smartphone dotati di chip NFC, infatti, possono essere accostati a registratori di cassa compatibili per pagare senza estrarre dal portafoglio banconote, bancomat o carte di credito.
Eric Schmidt, oggi presidente esecutivo di Google, si è sempre mostrato entusiasta rispetto alla nuova tecnologia promuovendone l’impiego e preconizzandone l’adozione su scala planetaria nel breve periodo. Oltre che per i pagamenti in mobilità, NFC può essere sfruttata anche per
l’interscambio di documenti e contenuti tra diversi telefoni, semplicemente avvicinandoli, o per interagire con altri dispositivi (ad esempio, casse acustiche o riproduttori multimediali).

La novità è che anche in Italia NFC sta per compiere un netto balzo in avanti. I principali operatori di telefonia mobile (Telecom Italia, Vodafone Italia, Wind, 3 Italia e Poste Mobile) si sono accordati per sviluppare una piattaforma comune che consenta di portare i pagamenti in mobilità anche agli utenti italiani. Stando a quanto dichiarato, la piattaforma sarà “aperta”, pensata espressamente per favorire la partecipazione delle banche. La collaborazione degli istituti di credito è, infatti, essenziale perché sono loro a rilasciare le carte di credito associabili dal cliente al suo smartphone dotato di chip NFC.

Poste Italiane sarà la prima azienda ad offrire, nel nostro Paese, la possibilità di pagare semplicemente accostando il telefono con supporto NFC ad uno speciale POS. Per importi sino a 25 euro non ci sarà bisogno neppure di digitare alcun PIN mentre per transazioni di valore superiore si dovrà sempre digitare il codice di conferma sul proprio dispositivo mobile. Per semplificare ulteriormente le cose, Poste fornirà – ai clienti che ne faranno richiesta – una carta SIM già predisposta per i pagamenti in mobilità attraverso la tecnologia NFC.

Entro la fine del prossimo anno, inoltre, sul territorio italiano dovrebbero essere installati ben 150.000 POS capaci di accettare i pagamenti effettuati dagli smartphone e i tablet NFC.

Fuori dalla partita continua a restare (per scelta) Apple, che anche nell’ultima versione dell’iPhone ha preferito non integrare il supporto per la tecnologia NFC. La posizione della Mela si colloca agli antipodi rispetto a quella di Google: mentre la società fondata dal duo Page-Brin è immediatamente salita sul “treno NFC”, Apple ha spesso mostrato il suo scetticismo. E se, almeno inizialmente, le voci di corridoio facevano riferimento ad una possibile integrazione del chip NFC nell’iPhone 5, Apple ha presto smentito le indiscrezioni.
Se si calcola che alla fine del 2013 l’80% dei telefoni in circolazione supporteranno la tecnologia NFC, quali potranno essere le mosse future di Apple?

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome