Proteggere i più giovani nel “selvaggio” Facebook

Spesso i genitori lasciano che i figli si aggirino sul social network senza alcun controllo, diventando (soprattutto a tarda ora) inconsapevoli vittime di una serie di minacce. Per limitare eventuali problemi, ZoneAlarm propone alcuni semplici consigli, che chiunque può seguire.

Lascereste
vagabondare i vostri figli pre-adolescenti fino a tarda notte per la strada in
compagnia di persone di cui non conoscete la vera identità? Probabilmente no.
Ma allora, obietta ZoneAlarm, perché molti genitori permettono ai proprio figli
di collegarsi senza alcun controllo a Fecebook durante le ore notturne quando si
verificano i maggiori problemi legati alla sicurezza? Il fatto di essere in
casa non li pone assolutamente al sicuro da una serie di minacce.

Come riprova
di questa affermazione, ZoneAlarm propone i risultati di un recente studio condotto
su un campione di 600 bambini dai 10 a 15 anni utenti di Facebook. Da tale
indagine è emerso che i soggetti attivi dopo la mezzanotte – definiti nello studio
“Facebook wild child” – si sono rivelati particolarmente vulnerabili ai rischi
legati alla sicurezza online
. Infatti, il 60% di questi “bambini selvaggi” segnala
problemi significativi, una percentuale doppia rispetto agli altri ragazzi che abbandonano
Facebook prima della mezzanotte.

Le
problematiche riscontrate vanno dal contatto diretto da parte di sconosciuti al
cyberbullismo, dalla violazione dell’account, alla presenza di amici equivoci o
di foto imbarazzanti. E spesso diventa necessario dover creare un nuovo account
per sfuggire a tali situazioni.

Rispetto agli
altri ragazzi che frequentano Facebook, il report indica inoltre una
probabilità cinque volte superiore che i Fwild child dispongano di network sociali
molto ampi, con oltre 400 amici, di cui il 44% mai incontrati di persona.

L’elemento
preoccupante non è solo che questi “bambini selvaggi” si trovano ad affrontare
i problemi maggiori, ma soprattutto che il 30% di essi afferma di non avere nessuna
preoccupazione in merito. Un’identica percentuale riferisce inoltre di non
adottare alcuna misura per aumentare la propria privacy e sicurezza su
Facebook.

I genitori,
però, possono intervenire in modo da limitare le minacce e rendere più sicure
le attività dei propri figli su Facebook. Ma su altri social network o nelle
navigazione in Internet in generale. In questo senso, ZoneAlarm propone tre
semplici consigli.

In primo
luogo sarebbe bene scoraggiare l’attività
a tarda notte o prendere più precauzioni
. La società suggerisce di limitate
il tempo che i propri figli trascorrono su Facebook. Non è però detto che ciò
risulti semplice. Se così fosse, una soluzione alternativa (o anche complementare)
potrebbe essere quella di installare un prodotto per la sicurezza del computer,
che integra il parental control.
Questo tipo di software può aiutare a limitare l’uso, garantire la privacy e
proteggere i ragazzi dalle minacce legate alla sicurezza.

In secondo
luogo, Zone Alarm propone di educare i
propri figli sui pericoli che si corrono online
, in particolare di quelli
collegati all’utilizzo di Facebook e di altri social network. Sarebbe buona
norma discutere su cosa fare in caso di contatto da parte di sconosciuti e far
loro sapere che il cyberbullismo è un problema serio. A tal proposito, sul sito
ConnectSafely.org si possono
trovare alcuni suggerimenti utili, come per esempio ricordare di evitare di
rispondere o di reagire in caso di soprusi online, di salvare i messaggi di
cyber-bullismo e di utilizzare strumenti di preferenza e privacy per bloccare attività
fastidiose.

Da ultimo,
ZoneAlarm consiglia di sottolineare l’importanza
della privacy online
. I bambini dovrebbero evitare di postare troppe
informazioni personali, come per esempio la data di compleanno, l’indirizzo di
casa o indicazioni sui luoghi familiari, che potrebbero essere utilizzati per identificare
la loro posizione fisica. E’ vero che giochi e puzzle di Facebook possono
risultare divertenti ma i ragazzi dovrebbero anche essere consapevoli della
pericolosità dell’utilizzo di applicazioni
di terze parti su Facebook, proprio perché queste potrebbero facilmente condividere
le proprie informazioni personali. Sarebbe bene che i genitori aiutassero i propri
figli a regolare le impostazioni di privacy su Facebook.

1 COMMENTO

  1. Hello there ,
    I’m sorry I don’t speak Italian (thanks Google Translate), but I saw that you mentioned connectsafely.org/ here 01net.it/proteggere-i-piu-giovani-nel-selvaggio-facebook/ and I wanted to share my gratitude concerning your work on promoting online safety.

    I think the safety of children online is a particularly important subject, and I wanted to share with you a guide that was published recently (and has been endorsed by SafeChild organization and the Faith Alliance). I found it was very thorough on child safety online:
    https://www.vpnmentor.com/blog/the-ultimate-parent-guide-for-child-internet/

    I liked the way they summarized each section with actionable items for the parent/teacher, and I’m sure your users will appreciate it too if you decide to share it with them.

    Thanks for helping protect our kids,
    Jane

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