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Il sito che semplifica la ricerca tra i file di Mega

Il “mastodontico” Kim Dotcom, personaggio chiacchierato,
profondamente inviso alle major e bersaglio – esattamente un anno fa –
di un arresto eseguito nella sua lussuosissima villa neozelandese, come noto,
ha recentemente lanciato MEGA. Si tratta
di un nuovo servizio che, dal suo autore, viene giudicato come assolutamente
legittimo, rispettoso di tutte le normative vigenti. Il vecchio MegaUpload,
sequestrato per ordine del Dipartimento della Giustizia americano, ha così
“cambiato pelle” trasformandosi in una piattaforma molto simile ai
tanti servizi per l’hosting di file “sulla
nuvola”
: Gogle Drive, Microsoft SkyDrive, DropBox,
Box.com, Wuala, SugarSync sono soltanto alcuni esempi.

Dotcom ha sottolineato la sicurezza del nuovo servizio MEGA spiegando che non
solo tutti i file caricati dagli utenti vengono crittografati ma che la chiave
per la loro decodifica è conservata dall’utente: i gestori di MEGA, secondo
l’imprenditore di origini tedesche, non sarebbero in grado di esaminare il
contenuto dei file caricati online.
Come avviene nel caso degli altri servizi di hosting “in the cloud”,
inoltre, per l’accesso ai file caricati su MEGA è necessario accedere
all’account personale dell’utente registrato oppure conoscere il link per il
download diretto di ciascun elemento.

Dopo le critiche piovute a poche ore dal lancio mondiale di MEGA (indicato,
comunque, come un progetto ancora in versione “beta“)
sull’algoritmo utilizzato per generazione delle chiavi crittografiche, ecco
cadere una nuova tegola sulla nuova piattaforma firmata Dotcom.

In Rete è già disponibile un motore di ricerca – battezzato mega-search.me – che consente di effettuare ricerche sui contenuti pubblicati sui server di MEGA.
Apriti cielo! File di ogni genere, pubblicati online anche in violazione
dell’altrui copyright, diventano immediatamente ricercabili e prelevabili.
Esattamente ciò che Dotcom aveva assicurato di voler evitare.

Non è dato sapere se il progetto non ufficiale mega-search.me sia una
semplice provocazione oppure se abbia ambizioni diverse. In ogni caso,
diversamente da quanto hanno riportato altre testate, in questo caso Dotcom e
MEGA non c’entrano: tutti i link per il download che appaiono su mega-search.me
sembra siano rilevati direttamente da parte degli utenti. In altre parole, sono
gli stessi utenti di MEGA a “pubblicizzare” link privati e a
diffonderli pubblicamente in Rete (ciascun URL facente riferimento a MEGA
integra anche la chiave per decodificare il contenuto del file
corrispondente…).
Qualcosa di simile potrebbe accadere, in qualsiasi momento, con qualunque altro
servizio di hosting “in the cloud”: mega-search.me appare,
semplicemente, come un punto di riferimento per chi vuol rendere pubblico un
link. Per questo motivo il sito mega-search.me sa molto di provocazione,
per tornare a spostare l’attenzione su MEGA e per sollevare dubbi sulla sua
legittimità.

In realtà, è proprio su mega-search.me (effettuando un paio di WHOIS sul
nome a dominio e sull’IP usato dal servizio non è possibile risalire ai
proprietari) che molto probabilmente si scatenerà la tempesta. Il sito si
difenderà spiegando di consentire la pubblicazione di link, che gli utenti sono
i responsabili per ciò che viene caricato in Rete e che il link per la
segnalazione degli abusi (fa riferimento a MEGA) è chiaramente evidenziato.

Sul tavolo tornano quindi le solite questioni sulla difesa del copyright, sul
ruolo dell’intermediario, sulla necessità (o meno) di nuove legislazioni. I
nodi tornano al pettine e le major si trovano davanti un’altra gatta da
pelare.

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