Parla il nuovo country manager della società. Il posizionamento di Ca Technologies, il ruolo dei Cio, le sfide del Byod e gli imperativi della sicurezza. Con uno sguardo anche all’Agenda Digitale.
C’è l’entusiasmo della novità nelle parole di Fabio Fregi, nominato country manager di Ca Technologies Italia alla fine dello scorso mese di gennaio.
Per lui, un percorso professionale in Oracle e poi in Microsoft, dove ha trascorso gli ultimi dieci anni, in Ca Technologies vede ”un grande potenziale da raccogliere”.
Nella sua visione, Ca sta interpretando tutti i principali trend di mercato e in particolare il cloud, intendendolo nella sua accezione più ampia, vale a dire la possibilità di garantire la disponibilità dei contenuti erogati in modalità cloud attraverso una moltitudine di canali e dispositivi, in modo coerente.
”CA Technologies esprime la sua capacità di supportare l’erogazione di servizi cloud in ambiente datacenter, di supportare la gestione di ambienti virtualizzati, l’automazione dei processi, per non parlare di tutti gli aspetti legati alle App e alla proliferazione dei dispositivi: è una molteplicità che deve essere gestita in modo coerente, puntando nel contempo alla semplificazione, così da garantire un’unica esperienza utente”.
È evidente che stiamo parlando di uno scenario complesso, nel quale Ca Technologies si pone come interlocutore con soluzioni in grado di accelerare i processi in fase di sviluppo, di preproduzione, di testing, fino alla produzione, anche in ambienti legacy.
”Il nostro ruolo – spiega Fregi – è legato all’abilitazione dei servizi: entriamo in campo ogni volta che si tratta di riscrivere un’applicazione, ogni volta che sono richieste automazione, affidabilità, implementazione e sicurezza”.
Proprio il tema della sicurezza assume un ruolo centrale in Ca Technologies, soprattutto oggi che il Byod sta entrando di prepotenza in ambito aziendale.
Perché un conto è autorizzare i dipendenti a utilizzare i loro dispositivi personali in ambito lavorativo, un conto è prevederne un uso integrato e sicuro.
”Abilitare l’utilizzo dei propri dispositivi personali in azienda è sicuramente utile, ma porta con sé tematiche non risolte. In primis l’integrazione: i Cio hanno servizi di cui devono garantire continuità, affidabilità, e sicurezza”.
Questo significa che al Cio viene richiesta l’implementazione di nuove soluzioni di sicurezza e di integrazione con l’obiettivo di tenere ben separati l’ambito privato e quello aziendale.
”La gestione della sicurezza e dell’identità diventa fondamentale e Ca Technologies oggi dispone di tutte le soluzioni necessarie, in modalità multidevice”.
Il Cio è l’interlocutore di riferimento di Ca Technologies, ma Fregi trova ancora poco realizzato il tanto decantato allineamento Cio-Business, forse anche un po’ per colpa dei Cio.
”I Cio fanno fatica a spiegare il beneficio competitivo ai Ceo. Devono spiegare cosa la tecnologia può rendere disponibile per migliorare le performance dell’azienda, devono soprattutto chiarire quale differenza intercorre tra produttività e competitività”.
In effetti, il posizionamento dell’investimento tecnologico cambia sostanzialmente se la tecnologia viene considerata strumento per migliorare l’efficienza o la competitività. Ed è chiaro che il nell’un caso la ”I” di Cio faccia capo all’information e nell’altro all’”innovation”.
Non solo il Byod impone un importante ripensamento dell’approccio alla sicurezza.
L’altra area di forte attenzione per Ca Technologies è oggi rappresentata dal cloud, soprattutto se si pensa che nell’arco di un paio di anni, stando alle più recenti stime da parte delle società di analisi, almeno la metà delle transazioni online partiranno dai profili dei grandi social network.
”In questo caso dobbiamo garantire il passaggio da un ambiente intrinsecamente insicuro come quello del social network a uno necessariamente sicuro che è quello della transazione. Per partire da un profilo Facebook e arrivare ad abilitare una transazione commerciale è necessario che in mezzo sono stati implementati sistemi che garantiscono la sicurezza della transazione stessa, possibilmente in modo semplice, così da non scoraggiare l’utente”
Ecco dunque di nuovo unite sicurezza e semplicità, in un ambiente multicanale eterogeneo.
In questo caso la risposta di Ca Technologies si chiama Cloudminder, soluzioni che consentono il riconoscimento del dispositivo dal quale l’utente si collega, così come il riconoscimento dell’utente attraverso una molteplicità di dispositivi.
”Stiamo parlando di gestione dell’identità digitale e della sua applicazione in ambienti cloud eterogenei: il passaggio deve essere semplice, ma la sicurezza deve essere garantita”.
Secondo Fregi il tema, importante per il mondo delle imprese, diventa dirimente quando si parla di Pubblica Amministrazione, di gestione dell’identità del cittadino.
”Non si tratta semplicemente di alleggerire il lavoro degli sportelli, ma anche di un più complesso processo di riduzione delle intermediazioni, vale a dire di tutti quei soggetti che ancora fungono da aggregatori, come i patronati o gli intermediari dell’Agenzia delle Entrate. Un tema evidentemente stringente ogni volta che si parla di Agenda digitale”.
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